Cattedrale vegetale, l’ipotesi del bis

Gli eredi di Mauri pronti a chiedere il terreno al Comune. Tra i sostenitori anche l’ex sindaco Cancellato

I lavori di demolizione della Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri

I lavori di demolizione della Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri

Lodi, 10 luglio 2020 - Una nuova Cattedrale vegetale per far ripartire il turismo dopo l’emergenza sanitaria. Per il momento la realizzazione di una seconda versione del tempio naturale di Giuliano Mauri, l’artista lodigiano scomparso nel 2009, maestro della Land Art, al posto di quella abbattuta poco prima di Natale, resta una suggestione. 

A marzo, in piena emergenza coronavirus, dall’associazione degli eredi dell’artista Giuliano Mauri era trapelata la volontà di riportare in vita la Cattedrale attraverso la richiesta al Comune del terreno in comodato d’uso gratuito e un’ampia raccolta fondi per finanziare la realizzazione del maestoso tempio composto da 108 colonne di legno per 5 navate, con un’altezza di 18 metri e 72 di lunghezza. Tra i promotori di questa iniziativa, che avrebbe la funzione anche di fare da volano al turismo in città, c’è l’ex sindaco di Lodi, Andrea Cancellato, ex direttore della Triennale di Milano e guida di Federculture. Un progetto, a oggi, ancora non esiste. La nuova opera andrebbe a sostituire la prima versione della cattedrale che era stata inaugurata il 23 aprile 2017 e poi abbattuta definitivamente il 23 dicembre scorso su decisione dell’amministrazione comunale. L’opera era costata quasi 300mila euro (di cui 125mila euro di soldi pubblici stanziati da Regione Lombardia e il resto dei privati).

A incidere sulla decisione del Broletto sono stati i continui cedimenti che ne avevano minato inesorabilmente la solidità: l’opera era chiusa ormai dal settembre 2018, per questioni di sicurezza perché sorgeva a ridosso della pista ciclabile Lodi-Boffalora. Sulla questione , la Giunta Casanova ha chiesto numerosi pareri legali e tecnici, scoprendo che i crolli dei supporti erano da ricondurre al peggioramento delle condizioni del legno avvenuto per cause biologiche e in particolare per l’attacco di un fungo.

Intanto, dopo quasi sette mesi dall’abbattimento dell’opera, i resti delle colonne della cattedrale vegetale sono ancora accatastate in riva al fiume. Per ora, sulla Cattedrale di Mauri restano aperti i due fronti legali. La Giunta Casanova sta valutando se puntare il dito contro la direzione dei lavori o potrebbe valutare come determinante la qualità del materiale utilizzato per la realizzazione della Cattedrale vegetale e quindi chiedere i danni al fornitore del legno. Per il momento, fanno sapere dal Broletto, c’è il parere preliminare di un avvocato e allo studio la possibilità di un’azione civile. Il secondo “nodo” riguarda la contestazione che era stata mossa da una delle ditte fornitrici sui materiali dell’opera finita davanti alla camera arbitrale di Milano, ma senza trovare un accordo. Su questo punto il Comune assicura di non avere contenziosi aperti.