Casaletto, ladro ucciso con un colpo di fucile: l'oste appeso a un filo

Il gip deciderà se archiviare o rinviare a giudizio

Mario Cattaneo, 68 anni

Mario Cattaneo, 68 anni

Casaletto Lodigiano (Lodi), 29 marzo 2018 - La decisione spetterà al gip di Lodi. Il fascicolo di Mario Cattaneo, 68 anni, titolare dell’Osteria dei Amis di Gugnano, frazione di Casaletto Lodigiano, deve ancora arrivare sulla scrivania del giudice per le indagini preliminari che dovrà valutare se archiviare o rinviare a giudizio l’oste. La procura di Lodi, che ha condotto le indagini sul caso, ha chiuso l’inchiesta il 27 ottobre, derubricando l’ipotesi di reato da omicidio volontario a eccesso colposo di legittima difesa. Il ristoratore è indagato per aver ucciso, nella notte tra il 9 e il 10 marzo 2017, con un colpo di fucile alla schiena, Petre Ungureanu, 33 anni, romeno, uno dei ladri che stava scappando dopo aver depredato la sua trattoria. «Ho solo difeso i miei familiari. Spero che lo Stato capisca», si era appellato.

Malgrado alcune contraddizioni emerse sin dal primo momento, il magistrato ha ritenuto credibile (almeno in parte) la versione del ristoratore che ha raccontato di essersi svegliato per il rumore dei ladri (dormiva al piano di sopra con la famiglia e un nipotino piccolo), e di essere sceso nel locale, imbracciando il fucile da caccia regolarmente denunciato. Con lui, intorno alle 3.40, c’era anche il figlio Gianluca. I ladri avevano bloccato la porta d’accesso alla trattoria con una corda di nylon e dei mobili. Allora i due avevano spaccato l’ingresso con calci e spintoni. Un gesto inequivocabile per la Procura: l’oste sarebbe andato incontro al pericolo, visto che era in corso l’aggressione ai suoi beni ma non alle persone. Poi la colluttazione con i malviventi, il colpo di fucile partito per sbaglio e la morte del malvivente, che qualche ora più tardi fu trovato senza vita vicino al cimitero. «Siamo in attesa di novità dal Tribunale - spiega l’avvocato dell’oste, Vincenzo Stochino -. Siamo a disposizione del giudice, nel caso volesse interrogare Mario. L’importante è lasciarci alle spalle questa brutta vicenda».

Nelle altre province lombarde sono almeno 4 i casi simili. A partire dalla vicenda di Francesco Sicignano, pensionato di Vaprio d’Adda (Milano), che nell’ottobre 2015 sparò e uccise un ladro albanese entrato in casa sua. A dicembre il gip di Milano Teresa De Pascale, come chiesto dalla Procura, ha archiviato l’inchiesta aperta per omicidio volontario. Ha patteggiato invece a 2 anni e 8 mesi per tentato omicidio Giuseppe Chiarini, 40enne di Calcinatello (Brescia) che la sera del 29 gennaio 2016 si affacciò al balcone di casa e sparò alcuni colpi di fucile, ferendo un 20enne romeno che, con altri connazionali, stava caricando la cassaforte su un furgone. Assolto in Appello Giovanni Petrali, ex tabaccaio che il 17 maggio 2003, in piazzale Baracca a Milano, reagì a una tentata rapina inseguendo i malviventi e uccidendone uno. In primo grado era stato condannato a 1 anno e 8 mesi. A dicembre, la condanna a 9 anni e 4 mesi per Mirko Franzoni, 33 anni: il 14 dicembre 2013 uccise Eduard Ndoj, 26enne albanese, che aveva tentato un furto in casa del fratello a Serle, nel Bresciano.