Lodi, la banda vuole lasciare la città

Il presidente: "Forse andremo a Massalengo, cambiando nome"

Un’esibizione del corpo bandistico “Città di Lodi”

Un’esibizione del corpo bandistico “Città di Lodi”

Lodi, 28 giugno 2018 - Il capoluogo potrebbe non avere più il proprio Corpo bandistico Città di Lodi. L’amministrazione comunale, guidata da Sara Casanova, chiede i soldi per l’affitto nella sede dell’ex asilo di via Vistarini e i musicisti cercano spazi fuori città, nei comuni limitrofi, e potrebbero cambiare nome.

Era già accaduto col Clam, spazio di aggregazione giovanile ospitato in piazzale Forni: piuttosto che pagare l’affitto della sala, i ragazzi hanno preferito chiudere le attrezzature nei vari box di casa e liberare lo spazio, che da allora è rimasto vuoto. Analoga situazione per il corpo bandistico, che esiste in città da oltre 20 anni (era nato nel ‘91 come Gruppo folk musicale Laus Nova e andava in giro a suonare con le pigotte, divenuto poi corpo bandistico cittadino nel 2010) e che da sei anni era in via Vistarini: «Con la precedente amministrazione era stato stabilito un affitto di 300 euro al mese che però era azzerato da 7 concerti che eseguivamo in città, su richiesta degli amministratori stessi: erano 6 esibizioni in date prestabilite, più la partecipazione per le strade del centro durante la Notte bianca - spiega Fabio Lupo, sassofonista e clarinettista, presidente del Corpo bandistico Città di Lodi, diretto dal maestro Renato Casiraghi -. Ora la nuova giunta, invece, ci chiede di pagare l’affitto, dicendo che poi, nel caso ci chiamasse per un concerto, pagherà a sua volta. Ma ad oggi ci risultano solo due eventi patriottici fissi: il 25 aprile e il 4 novembre. Il fatto è che noi usiamo la sede per le prove il giovedì, per un paio d’ore. Per cui spendere 300 euro per usare il locale 8 ore al mese è troppo. Noi riusciamo ad andare avanti facendo servizi in occasione di eventi istituzionali. Quest’anno non sono tanti e arrivare a coprire 3600 euro di affitto è tanto. Senza contare che dovremmo completamente sacrificare il rimborso spese che riuscivamo a ricavare e che ci serviva per la manutenzione degli strumenti, le divise».

Il Corpo bandistico Città di Lodi, che è composto da 27 persone di cui una ventina impegnate durante le esibizioni, dunque, cerca una nuova casa: «Abbiamo saputo che Massalengo non ha più la propria banda ma ha ancora lo spazio dove si riuniva per le prove. La nuova amministrazione si è detta interessata, per cui andremo a parlarci, sperando che ci ospitino. Se resterà il nome Città di Lodi? Visto come si è comportato il Comune, senza darci nemmeno troppe spiegazioni, non è detto: a cambiarlo ci vuole un attimo. È una vita che siamo a Lodi ed è sempre stato difficile ad ogni cambio di amministrazione; ma la banda è di tutti, non del Comune. Questo senza contare che, grazie ad una convenzione con l’accademia musicale Gaffurio, “alleviamo” giovani musicisti».