
La vittima, Angelo Ogliari
Cremosano (Cremona) 3 febbraio 2021 - Trent’anni di galera per Edgar Fagraldines, uruguaiano tassista a Crema e la sua compagna dell’epoca Jolanda Lewandowska, 52 anni polacca, ex moglie di Angelo Ogliari, assassinato il 31 ottobre del 2007. Per i due adesso si aprono le porte del carcere perché riconosciuti definitivamente colpevoli, dopo oltre tredici anni e sette processi che hanno visto i due assolti in primo e secondo grado a Crema e Brescia e invece condannati due volte dalle Corti d’appello di Milano. Si è svolto il settimo e ultimo atto, per la terza volta di fronte ai giudici della Corte di Cassazione di Roma. Alle 10 gli avvocati Elisa e Martino Boschiroli hanno rappresentato le loro deduzioni in merito all’ultima sentenza di condanna, confutati dal pm che ha chiesto invece di mantenere la sentenza milanese. Sei ore di camera di consiglio e poi la sentenza definitiva, alle 20 di ieri sera. "Non finisce qui – hanno detto a botta calda i due Boschiroli – già da oggi ci prepariamo a dare di nuovo battaglia".
Un processo lungo oltre tredici anni, dalla drammatica notte del 31 ottobre 2007, quando, verso le tre del mattino, Angelo Ogliari rientra nella sua abitazione di Cremosano, dopo essere stato a lungo sotto casa di Fagraldines e Lewandowska perché convinto che sua figlia Diana, che lui cerca di riavere, forte di una sentenza definitiva del tribunale polacco, sia in quell’abitazione. Quando Ogliari rientra a casa trova ad attenderlo i suoi assassini. Apre il cancello e viene colpito da un colpo in testa che gli sfonda la nuca. Agonizzante, viene trascinato nel garage e sistemato nel bagno di servizio. Lì qualcuno gli sferra quattro martellate che gli sbriciolano la spina dorsale. Dell’assassinio ci si accorge solo il giorno successivo, intorno alle 17, quando qualcuno nota una scarpa nel cortile e quando gli amici denunciano il fatto che Angelo non risponde al cellulare. Quando i carabinieri aprono il garage, c’è una striscia di sangue che porta in bagno, dove trovano il cadavere. Parte la battaglia giudiziaria. Fagraldines e Lewandowska intanto quella mattina alle sei partono per la Polonia. In procura i giudici vogliono sentirli. Lui torna e si lascia interrogare; lei rientrerà tre mesi più tardi, anche lei ascoltata senza particolari risultati. Poi il lungo elenco dei processi. Assolti col rito abbreviato a Crema; assolti in corte d’Appello a Brescia, ricorso in Cassazione e processo in Corte d’appello a Milano, con condanna dei due imputati a trent’anni di galera. Ricorso degli avvocati Boschiroli in Cassazione e annullamento della condanna. Nuovo processo in Corte d’appello a Milano e nuova condanna. Ancora ricorso in Cassazione e, ieri, condanna definitiva. Le porte del carcere adesso sono aperte e li aspettano. Fine. Forse.