Anche i canti e le danze tradizionali fra le risorse più significative della zona

Esperto di etnomusicologia parla del ricco e articolato patrimonio musicale della zona.

Musica e artigianato musicale sono due realtà significative nell’Oltrepò Pavese: basti pensare al piffero, oboe popolare dell’Appennino, alla fisarmonica di Stradella e alla musa (cornamusa locale), tuttora costruiti da artigiani delle zone.

Il repertorio dei suonatori è composto di danze antiche come monferrina, alessandrina, giga, piana, povera donna, di balli moderni come valzer, polca a saltini e mazurca, a cui si affiancano strambotti e canti polivocali che possono eseguiti dai cantori con differenti approcci, tra cui lo stile buiàsco, tipico di Bogli, in Alta Val Boreca (PC), nel quale si trovano influenze del canto pavese.

A Voghera, sono nate formazioni vocali composte da cantori dell’Appennino, le quali sono riferimenti importanti per i musicisti e per gli studi di settore.

Nel 2002 creai il coro tradizionale Voci di confine: infatti, nonostante i confini amministrativi di quattro regioni, l’Oltrepò Pavese e l’Appennino delle Quattro Province (Pavia, Alessandria, Genova, Piacenza) sono forti di una omogeneità culturale ricca e sfaccettata, come emerge nelle musiche tradizionali praticate oggi da numerosi giovani, grazie al radicamento nel territorio, alla trasmissione orale di generazione in generazione e ad una sapiente capacità di contestualizzare il sapere del passato nella società attuale.