PAOLA ROBERTA ARENSI
Cronaca

Lodi, ampliamento dell’inceneritore? I cittadini dicono no: “Zona già troppo inquinata”

La richiesta avanzata da Ecowatt Vidardo preoccupa un territorio messo a dura prova per la presenza di impianti di biometano e trattamento fanghi, cave e strutture di logistica

Le dimensioni dell'inceneritore di Castiraga Vidardo potrebbero quintuplicare

Le dimensioni dell'inceneritore di Castiraga Vidardo potrebbero quintuplicare

Giorgio Maione, assessore regionale all’Ambiente, ha risposto all’interrogazione della consigliera regionale lodigiana del Partito democratico Roberta Vallacchi, in merito alla richiesta di ampliamento dell’inceneritore di Castiraga Vidardo. Vallacchi voleva sapere se la Regione intendesse sospendere o rigettare la richiesta avanzata da Ecowatt Vidardo srl, "per l’altissimo impatto che il quintuplicamento dell’impianto comporterebbe".

Maione ha quindi chiarito: "I flussi di rifiuti vengono monitorati da Regione Lombardia, con il supporto dell’Agenzia regionale per l’ambiente. Sia di quelli di “piano“ (trattamento del rifiuto urbano residuo), che gli impianti dedicati ai rifiuti “speciali“.

Per gli impianti di piano, l’impiantistica attuale è in grado di garantire l’autosufficienza regionale nel trattamento del Rifiuto urbano residuo e dei rifiuti decadenti dal trattamento dei rifiuti urbani. Invece, per gli impianti dedicati ai rifiuti speciali, gli stessi rispondono a logiche di mercato e pertanto l’eventuale autorizzazione di nuovi impianti di trattamento, deve essere valutata caso per caso nei procedimenti preliminari ed autorizzativi (Via e Aia), sia con riferimento agli aspetti tecnologici ed emissivi, che rispetto al contesto in cui gli stessi dovranno essere collocati".

Vallacchi però non ci sta: "Ribadiamo il nostro fermo no all’ampliamento dell’inceneritore di Castiraga Vidardo per rifiuti speciali e pericolosi e lo facciamo di fronte a una risposta che lascia chiaramente intendere che l’impianto potrebbe essere ampliato, per accogliere rifiuti speciali, escludendo che si possa ampliare l’impianto per i rifiuti urbani e speciali" sottolinea.

Poi la conclusione: "Questa risposta non fa che aumentare la nostra preoccupazione. Il Lodigiano soffre già per la presenza dei fanghi, delle cave, degli impianti di biometano e delle strutture di logistica e non può sopportare anche l’ampliamento di un impianto che comporterebbe la diffusione di inquinanti dannosi per la salute umana e per l’ambiente e il passaggio di mezzi pesanti che trasporterebbero, secondo la prima richiesta della società, 420 tonnellate di rifiuti al giorno. Il lodigiano non può diventare la terra dello smaltimento dei rifiuti. Ampliare, oltretutto per rifiuti pericolosi, un impianto in un’area il cui ambiente è già fortemente compromesso è una scelta sbagliata che noi ci impegniamo a contrastare".