
Stefano Rotta lungo il fiume dopo aver scoperto il danneggiamento della barca
Lodi, 11 maggio 2025 – Affondata nottetempo, sul fiume Adda, la barca del giornalista Stefano Rotta di Lodi, Legambiente protesta:”Azione intimidatoria: capita per la seconda volta dopo le sue denunce del taglio indiscriminato del boschetto di Piarda Ferrari”. Commenta così, l’atto vandalico subito dal lodigiano, Andrea Poggio, per il Circolo Legambiente LodiVerde.
La vicenda
“Rotta, giornalista, scrittore di fiume, socio Legambiente, primo a segnalare il taglio totale e selvaggio di un ettaro di bosco a Piarda Ferrari a Lodi, ha trovato, per la seconda volta in 30 giorni, la sua barca, che era stata ormeggiata sul fiume, affondata. Ignoti ne hanno trapanato il fondo” spiega l’ambientalista amareggiato. Rotta, quindi, per la seconda volta, ha sporto denuncia contro ignoti. Ma Poggi osserva: "A noi sembra un pessimo segnale, è un metodo pesante per cercare di zittire chi protesta - e ancora- In tutta sincerità, non crediamo che ci sia alcun legame tra l’intimidazione a Stefano e chi difende il Parco Adda, che ha ordinato i lavori di taglio totale del boschetto di Piarda Ferrari o anche chi, omettendo un adeguato controllo di rispetto della destinazione, consente una gestione privatistica dell'ex bosco, da parte di una associazione, trasformandolo in un giardinetto privato. Certo che no, ma il doppio affondamento della barca di Stefano sia per tutti un campanello d’allarme”.
L’appello di Legambiente
”Legambiente lancia un appello ad evitare che la barbarie si insinui nel confronto civico - e la sottolineatura- .Non si può derubricare il duplice affondamento, in bega tra vicini: la questione ha raggiunto il livello di dibattito pubblico, persino nelle istituzioni. Un conto è non andare d’accordo, magari lasciarci trascinare dalla passione, un altro è danneggiare, intimidire, minacciare. Torniamo al senso civico: quel che ci interessa oggi è che si ripristini rapidamente un bosco e che tutti gli atti d’ora in poi siano finalizzati al recupero del bosco come bene pubblico condiviso. Anche in un dialogo vero tra associazioni, come si è cominciato a fare, all’Auditorium della scuola del Ponte” conclude Poggio.
La testimonianza della vittima
“Se le forze dell’ordine vorranno visionare le telecamere per chiarire l’accaduto a me fa piacere, ma il mio obiettivo non è trovare un colpevole. Il gesto che ha subito la mia barca si qualifica da sé - e ancora- Ma il mio obiettivo è che questa zona si ricomponga il prima possibile, perché va rispettata. E nei boschi si deve entrare soltanto col rispetto”. “Ho trovato l’imbarcazione affondata dopo un mio giorno e mezzo di assenza da Lodi, per motivi professionali. L’avevo lasciata mercoledì sera, quando sono tornato navigando con un caro amico e abbiamo ormeggiato nell’ultima oasi che non è stata deforestata”. Poi la spiegazione: "Qualcuno ha bucato il natante con un trapano, forando il doppio fondo presente nella parte posteriore dell’imbarcazione. In questo modo l’imbarcazione affonda ed è molto difficoltoso recuperarla senza una gru. E’ un atto intimidatorio nei miei confronti, immagino perché sono la prima persona ad aver denunciato la deforestazione di questo ambiente naturale” conclude.