LAURA DE BENEDETTI
Cronaca

Blitz anti-abusivi della polizia locale sull'Adda a Lodi

Intervento nell'accampamento sotto l’ultima arcata del ponte

La tenda trovata durante la ricognizione degli agenti sotto il ponte napoleonico

Lodi, 10 agosto 2019 - «I tre brasiliani che si sono accampati sotto l’arcata sinistra del ponte napoleonico, sono stati invitati ad allontanarsi e a rimuovere i materiali depositati entro lunedì. Ma l’episodio è più da configurarsi come un momento di “ferie” lungo l’Adda che non come un classico insediamento abusivo». Fabio Germanà, comandante della Polizia locale, ha effettuato giovedì un monitoraggio degli “accampamenti” presenti in città, basandosi, in quest’ultimo caso, su una segnalazione del Comitato Residenti Oltre Adda.

Sotto l’ultima arcata del ponte, all’altezza di piazza Crema, da luglio, prima con una tenda, poi più di recente, con un grosso ombrellone, si sono insediate tre persone. «Si tratta di 2 donne, madre e figlia, residenti a Borgo S.Giovanni, e di uomo, di Tavazzano - prosegue il comandante -. Hanno detto di trovarsi lì momentaneamente per questioni legate a motivi familiari e hanno promesso di andarsene entro lunedì». L'accampamento, nascosto in parte da alberature e da un palizzata realizzata con del legname, ieri mattina era vuoto ma ancora “arredato” con un ripiano protetto da un cellophane sotto cui erano disposti della frutta, un fornelletto e una caffettiera. Accanto indumenti stesi, scarpe, coperte, cuscini, una valigia. Il sopralluogo della Polizia locale ha riguardato, giovedì, anche i fabbricati abusivi, già noti sin dal settembre 2017 ma ampliatisi nel tempo, su cui c’è un’indagine in corso, nei campi in fondo a via Torino, in prossimità dell’argine del Belgiardino per i quali, a fine luglio, i proprietari dei terreni hanno presentato un nuovo esposto alla Procura.

«Abbiamo identificato due italiani, uno che risulta residente a Montanaso, che si occupa di un orto, e un altro a Lodi in via Venezia (parallela di via Torino, ndr), che ha dichiarato di aver costruito i due capanni, uno come abitazione, l’altro come ricovero attrezzi, per problemi familiari, dicendosi pronto a smontare il tutto - dichiara Germanà -. Lì ci sono quelle due persone e basta, non ci sono segni di presenza di altri. Attendiamo le decisioni della Procura».