Italmondo, finalmente è fumata bianca

Siglato l’accordo per Arluno, Ossona e Lainate: il blocco dei magazzini ha sortito l’effetto sperato dai lavoratori dei centri di spedizione

Una protesta dei lavoratori e dei sindacati davanti al magazzino centrale

Una protesta dei lavoratori e dei sindacati davanti al magazzino centrale

Arluno (Milano), 1 giugno 2021  Il blocco dei magazzini ha sortito l’effetto sperato dai lavoratori della cooperativa Fai occupati nei centri di spedizione della Italmondo di Arluno, Ossona e Lainate. Nel tardo pomeriggio di venerdì, mentre davanti al magazzino centrale di Arluno continuava la protesta dei lavoratori, una delegazione e i rappresentanti sindacali si sono riuniti con i responsabili di Italmondo e della cooperativa trovando un accordo sull’orario di lavoro. Italmondo, da oltre 65 anni tra i leader del settore dei servizi logistici italiani e internazionali, ha garantito che a tutti i lavoratori sarà garantita una busta paga di 168 ore al mese, indipendentemente dalle necessità che si verificheranno nel corso della programmazione del lavoro settimanale.

"Questa era la condizione minima che chiedevamo per far cessare il blocco dei magazzini. Quando ci saranno delle carenze l’azienda non potrà più mettere i lavoratori in ferie, ledendo un loro diritto. Ci sono modalità previste dal contratto come la cassa integrazione e altri ammortizzatori sociali che tutelano i lavoratori e l’azienda nei casi di cali di commesse. Si ricorra a questo invece di penalizzare le busta paga dei lavoratori" ha commentato al termine della trattativa Maurizio Zaccaria della Fit Trasporti della Cisl territoriale. E’ stata anche prevista una sorta di banca ore dove potranno essere "collocate" le ore di lavoro effettuate oltre il limite previsto dal contratto nei casi in cui si chiederà al lavoratore una maggior presenza in magazzino, a fronte di picchi di attività che possono verificarsi nel corso dell’anno.

"La protesta dei lavoratori era nata spontanea dopo l’ennesimo cambio di programmazione dell’orario di lavoro. I lavoratori non vogliono null’altro che quanto a loro già oggi dovuto, ovvero retribuzioni, orari e luoghi di lavoro e inquadramenti coerenti con quanto previsto dalla legge e dai contratti" ha commentato Fabio Marani coordinatore regionale Fit Cisl Lombardia per la logistica e il trasporto merci. "Il blocco dei magazzini è stata una iniziativa forte perché pesanti sono le mancanze in busta paga dei lavoratori, persone che invece meritano la giusta retribuzione". "Lo riteniamo un buon risultato, un accordo migliorativo rispetto alle attuali condizioni in cui i dipendenti sono costretti a lavorare. Saremo comunque vigili per verificare che lo stesso venga rispettato e siamo pronti nuovamente a bloccare l’attività nel caso in cui l’azienda e la cooperativa trasgrediscano su quanto convenuto". Sul tavolo c’è anche la condizione di alcuni ambienti di lavoro, come lo spazio mensa del magazzino di Ossona, insufficiente ad ospitare tutti i dipendenti nell’orario del pranzo ed inadeguato dal punto di vista igienico-ambientale.

"Abbiamo constatato che qualcosa si sta facendo nel magazzino di Ossona. Aspettiamo di conoscere se e cosa hanno prescritto i tecnici dell’Asst e dell’Ispettorato del lavoro intervenuti su nostra specifica richiesta" ha commentato Zaccaria. L’azienda aveva risposto alle segnalazioni per gli spazi mensa sottolineando come ad Ossona, dalla fine dello scorso anno, sono aumentati i volumi complessivi rendendo inadeguati i servizi presenti. Per questo l’azienda ha deciso di deliberare un investimento rivolto a sostenere modifiche strutturali ai locali per renderli ancora più ampi, modifiche tuttora in corso che termineranno entro qualche settimana.