REDAZIONE LEGNANO

Ticino sempre più inquinato: ora è vietato fare il bagno

I divieti di balneazione per tutta la stagione estiva saranno in vigore a Nosate, Castano, Turbigo, Robecchetto, Cuggiono, Bernate, Boffalora, Magenta, Robecco, Abbiategrasso, Morimondo, Besate e Motta Visconti di Giovanni Chiodini

Stop ai bagni nei fiumi

di Giovanni Chiodini

Magenta (Milano), 2 luglio 2014 - Qual è la valutazione della qualità delle acque del Ticino? Scarsa. E pertanto sino a quando non si arriverà ad una valutazione di “sufficiente” fare un tuffo nei tratti balneabili del fiume sarà vietato. In tal senso stanno deliberando i sindaci del Comuni rivieraschi della provincia di Milano dopo aver ricevuto dall’Asl Milano 1 il rapporto sulla qualità delle acque con l’indicazione, appunto, di “rinnovare i provvedimenti di divieto permanente alla balneazione”, come già fatto negli anni passati. I divieti di balneazione per tutta la stagione estiva saranno in vigore a Nosate, Castano, Turbigo, Robecchetto, Cuggiono, Bernate, Boffalora, Magenta, Robecco, Abbiategrasso, Morimondo, Besate e Motta Visconti. I Comuni hanno l’obbligo di segnalare adeguatamente le zone interdette alla balneazione con opportuna segnalerica. La valutazione viene espressa dall’Asl Milano 1 sulla base del programma di monitoraggio della qualità delle acque che viene svolto nel periodo da aprile a settembre in cinque differenti punti del fiume: a Castano (in località Casa delle Barche), a Cuggiono (in località Baragge), a Besate (allo Zerbo), ad Abbiategrasso (nel tratto di fiume prospicente il centro balneare Gabbana) e a Boffalora (in località Piave). L’analisi microbiologica dei campioni serve a determinare la presenza dei batteri enterococchi e degli e.coli (escherichia coli): il superamento dei valori limite dei due parametri microbiologici in un singolo campione determina un divieto temporaneo di balneazione.  L’inquinamento del Ticino è dovuto sostanzialmente alle immissioni che derivano dai depuratori (ce ne sono diversi collocati sia sulla sponda lombarda che piemontese) perché non esistono scarichi abusivi nel fiume. Questi impianti, ormai datati nel tempo, riescono a limitare lo sversamento di metalli pesanti ed altri inquinanti che derivavano dalle produzioni industriali. Quello che scaricano nel fiume è perlopiù acqua carica di batteri, anche perché nessuno di questi è dotato di impianti capaci di abbattere il carico battereologico e la sola fitodepurazione di cui alcuni sono dotati non è capace ad abbatterla completamente. Divieti che, anche quest’anno, saranno quasi certamente destinati a rimanere sulla carta. Chi d’estate va al Ticino vuole comunque mettere i “piedi a mollo” e non c’è cartello che tenga. Del resto negli anni passati poche sanzioni sono state emesse dalla polizia locale. Attenti però, un tuffo un Ticino resta sempre un pericolo: ogni anno - dicono i vecchi - «al Tisin al vor i sò mort».