Scossa di terremoto. Trema la Bergamasca: "Risente dei movimenti della placca africana"

Avvertita poco dopo le 9, magnitudo 3.0. Né danni né feriti. In alcuni Comuni è scattata l’evacuazione delle scuole. Il direttore del Centro geofisico di Varese: fenomeno usuale.

di Rosella Formenti

VARESE

Dal 1981 è attivo a Varese l’osservatorio sismico del Centro geofisico prealpino, nato su proposta del professor Salvatore Furia, dopo il drammatico terremoto in Irpinia nel 1980, la stazione è al Campo dei fiori e fa parte della rete dell’INGV (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia). Ieri ha registrato la scossa di terremoto di magnitudo 3.0, con epicentro a Comun Nuovo, nella provincia di Bergamo. A spiegare l’evento è il dottor Paolo Valisa, direttore del Centro geofisico prealpino: "In questi giorni c’è attenzione su quanto sta accadendo in Campania, ai Campi Flegrei, chiariamo subito un aspetto, non c’è alcuna relazione con la scossa avvertita nella Bergamasca, sono situazioni diverse". Quanto registrato ieri, fa rilevare Valisa "è un evento piuttosto usuale nell’area tra Lecco e il Lago di Garda, questo perché esistono delle faglie nei territori di Bergamo, del lago d’Iseo e Brescia, si tratta sostanzialmente di una microplacca, un pezzettino di Africa, che si trova sotto l’Adriatico e la Pianura Padana, che spinge verso le Alpi, più va verso est, quindi verso le zone bergamasca e bresciana, più le scosse aumentano di frequenza e di intensità".

Frequenti, precisa il direttore del Centro geofisico prealpino, sono gli episodi di magnitudo 2.0, rari quelli di magnitudo 4, eccezionali quelli che superano quel livello. I dati dell’archivio della stazione sismica varesina consentono di ricostruire la storia degli eventi sismici nell’area interessata ieri dalla scossa che ha suscitato allarme nella popolazione. "Gli episodi sismici più intensi che riguardano quella zona risalgono al 1979, avvertita a Capriate, la scossa fu di magnitudo 4.8, nel 1995 a Trescore Balneario, la magnitudo fu di 4.5, il più recente evento nel 2021, il 18 dicembre, tra Bonate e Dalmine, di magnitudo 4.4, avvertita anche nel varesotto, che non è zona sismica ma può avvertire terremoti che accadono in altri territori, ad esempio sull’Appennino emiliano e ligure e nella regione alpina, la valle del Rodano".

Ieri nella Bergamasca la scossa di magnitudo 3.0, ma come sottolineato da Paolo Valisa in quella zona, tra Lecco e Lago di Garda, sono eventi piuttosto usuali proprio per la presenza della microplacca africana in movimento. Le osservazioni e le registrazioni alla stazione sismica continuano ogni giorno ma non servono a prevedere i terremoti che, precisa il direttore del Centro geofisico prealpino "non sono eventi prevedibili".

Ciò che si può fare invece, fa rilevare "è guardare al passato, andare indietro nel tempo di mille anni, per stabilire la storia sismica di un territorio, attraverso gli eventi registrati e quindi formulare dei tempi di ritorno dell’evento, che vuol dire lavorare sulle probabilità che il terremoto si verifichi per intervenire nella costruzione di edifici sicuri, antisismici, facendo tesoro proprio della lezione che arriva dal passato". Quindi prevenzione a partire dagli edifici.