Inveruno, San Martino a colori: sotto la patina nera riemergono gli affreschi originali

I lavori di restauro avviati all’interno della chiesa parrocchiale puntano a rimuovere il Ducotone utilizzato negli anni Cinquanta, La tinta coprente diventata più scura aveva reso l’edificio tetro

Il recupero dei dipinti realizzati nel 1920 dall’artista Mario Albertella

Il recupero dei dipinti realizzati nel 1920 dall’artista Mario Albertella

Inveruno (Milano) - Riportare la chiesa parrocchiale di San Martino alle sue origini è l’ambizioso progetto di restauro conservativo iniziato lo scorso anno e di cui già si vedono i primi, forse inattesi, risultati.

Quella di Inveruno si sta rivelando una chiesa ricca di decorazioni, immagini sacre, colore e luce che in pochi ricordano. "Negli anni Cinquanta – spiega l’architetto Pierluigi Ballerini – fu fatto un restauro conservativo di tutte le decorazioni e degli affreschi realizzati nel 1920 dall’artista Mario Albertella. Anche le superfici interne furono oggetto di un importante intervento di restauro. Fu usata una tinta sintetica, coprente e monocroma, il Ducotone, all’epoca molto usato, che probabilmente il parroco di allora aveva avuto in dono. Purtroppo, negli anni, questo materiale ha impedito la traspirabilità delle murature, favorendo la formazione di sali che hanno disgregato le finiture pittoriche, causando un’ eccessiva umidità nella chiesa".

Quella tinta, col passare degli anni, si è fatta sempre più scura e la chiesa era diventata tetra. Ma sotto quel buio c’era del colore, belle immagini, come è risultato dai saggi effettuati alcuni anni fa. Il parroco, don Marco Zappa, sentita la Curia e con il consenso del consiglio economico della parrocchia, ha sostenuto l’intervento di restauro, che avverrà per gradi, assegnando l’incarico alla Gf Marcato, specializzata in restauri d’arte. Intervento svolto sotto il continuo controllo dei tecnici della Sovraintendenza. "Abbiamo già riportato alla luce importanti dipinti eseguendo un intervento classico conservativo che ha permesso il recupero di tutte le cromie e le volumetrie delle figure che col tempo erano diventate illeggibili – dice l’architetto Giulia Marcato –. Dalla pulizia di pareti e lesene è emersa una decorazione finto marmo (a tre colori grigio, giallo e rosso con venature ben conservate) originale più antico, del periodo della prima decorazione del resto della chiesa, risalente al 1920".

Ma il restauro della chiesa non si limita ai dipinti. In questi mesi la chiesa è al freddo perché si è guastato l’impianto di riscaldamento. "Non potremo togliere tutto il marmo esistente perché soprattutto quello della fascia a crociera centrale, di particolare pregio (pietra Macchia Vecchia di Arzo), non potrà essere rimosso. Saranno mantenute anche le pavimentazioni dell’intera zona alta del presbiterio e degli altari laterali". L’ingente impegno economico è sostenuto soprattutto dalla parrocchia, grazie alle donazioni dei parrocchiani.