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Legnano, il regalo dei Lions all'ospedale per cancellare i difetti della vista

La statistica è di 3 bambini su 100 colpiti da un problema gravissimo di vista

L’autorefrattometro consegnato all’azienda ospedaliera

Legnano (Milano), 5 ottobre 2015 - Sono anche chiamati i «cavalieri della luce» i membri dei Lions Club, e ancora una volta hanno mantenuto fede a questo motto donando al reparto di Oculistica, diretto da Giuseppe Trabucchi, un autorefrattometro che permetterà una diagnosi precoce, già in età neonatale, dell’ambliopia. In pratica quella patologia popolarmente conosciuta come l’«occhio pigro». Parole che già da sole spiegano di cosa si tratti e di quali meravigliosi – ancorché abnormi – meccanismi la relazione mentecorpo può produrre: l’«occhio pigro» ha infatti la sua origine nel cervello, che individua quale fra i due occhi sia il dominante e quale sia quello difettoso, quindi più debole. E alla fine abbandona il secondo a vantaggio del primo.

«L’avvento di apparecchi che consentono di individuare già nei neonati, e con una tecnica semplicissima, se ci sono difetti della vista sta rivoluzionando il modo di fare prevenzione in età pediatrica – spiega Giuseppe Trabucchi –. Questo apparecchio ci consentirà d’individuare il più precocemente possibile quei difetti visivi che possono portare all’ambliopia». A mettere a disposizione una tecnologia che in area milanese possiedono solo il Niguarda e la clinica San Giuseppe è stato il sodalizio Lions Maggiolini di Parabiago presieduto da Giovanni Pozzi Repossini (con lui c’erano gli infaticabili Patrizia Guerini Rocco e Franco Rossi). Cura e prevenzione delle patologie della vista sono i due cavalli di battaglia dei Lions, che fra le tante iniziative benefiche organizzate – com’è stata alla fine questa – raccolgono gli occhiali usati per le popolazioni povere, si occupano dell’addestramento di cani guida per i ciechi e sono gli artefici dei «libri parlati», registrazioni audio di romanzi e opere letterarie che restituiscono il piacere di un buon racconto a chi non ha la possibilità di leggerlo.

di Ivan Albarelli