"Non mi sono mai pentito della mia scelta Nulla è veramente impossibile per un alpino"

Dal caporale Croce al valore un messaggio di speranza per tutte le persone che rischiano di arrendersi

Luca Barisonzi è un soldato, caporale dell’ ottavo reggimento degli alpini, che ha tenuto una conferenza per raccontare la sua storia in Medio Oriente.

Cos’è successo in Afganistan? "Era stato mandato in missione per difendere il popolo Afghano dai talebani, gruppo di estremisti che minacciano la pace del paese. Non mi sono mai pentito della scelta fatta, malgrado ora sia ora sia in sedia a rotelle… Ho voluto quindi mandare un messaggio di speranza a tutti i ragazzi o le persone che si abbattono davanti alle difficoltà. Guardate me, sono in carrozzina, eppure sono riuscito a salire sul Monte Rosa!"

Parlando invece di sport, ci può spiegare cosa le piace del tiro a segno? E com’è nata invece la passione per il calcio?

"Del tiro a segno mi piace il fatto che serva un grande lavoro mentale e, essendo un lavoro di precisione, mi ha aiutato a gestire meglio le mie emozioni".

"La passione per il calcio invece ce l’ho da quando sono bambino, infatti sono stato anche dirigente della Gravellonese".

Cosa l’ha spinto a pubblicare il suo libro “La patria chiamò”?

"Ho deciso di pubblicare “La patria chiamò” perché avevo voglia di condividere a tutti la mia storia e la mia esperienza in Afghanistan".

Se potesse tornare indietro rifarebbe tutto da capo ?

"Sì, rifarei tutto. L’unica cosa che cambierei sarebbe il finale con la morte di Luca"