"Non è stata proposta un’alternativa credibile"

L’analisi del primo cittadino di Varese che nel 2016 aveva messo termine a un decennio da sindaco del governatore e riportato al potere i progressisti

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"È una missione difficile ma possibile": così il candidato presidente del centrosinistra Pierfrancesco Majorino diceva da Varese la sera di venerdì 10 febbraio nell’ultimo appuntamento della sua campagna elettorale. Aveva scelto Varese come luogo simbolico, la "tana del lupo", ovvero la città dove la Lega è nata negli anni Ottanta e dove il suo rivale Attilio Fontana è stato sindaco dal 2006 al 2016, prima che il centrodestra venisse battuto da Davide Galimberti, ora primo cittadino al secondo mandato. Un luogo simbolo del riscatto del centrosinistra, con l’incontro al Teatro Santuccio, "quartier generale" dei successi elettorali alle amministrative, che però non ha portato la sufficiente spinta a Majorino visti i risultati. "Speravamo in un risultato diverso", commenta senza mezzi termini lo stesso Galimberti, mentre nel tardo pomeriggio del lunedì di spoglio elettorale segue l’avanzamento dei risultati, sezione dopo sezione, dalla sede cittadina del Pd in via Monte Rosa.

"La significativa astensione anche in città ha penalizzato soprattutto il centrosinistra, visto che probabilmente l’elettorato non ha percepito l’effettiva possibilità di vincere a fronte della divisione all’interno delle forze alternative alla destra, cioè Majorino e Moratti. Il popolo del centrosinistra si aspettava un’alternativa credibile e vincente". L’esito del voto ha dimostrato dunque che i lombardi non hanno voluto premiare la proposta di Majorino, anche se a Varese comunque la lista dei dem ha ottenuto un buon risultato, affermandosi come prima forza politica. "Il Pd continua a essere il primo partito in città, non è la prima volta - sottolinea Galimberti - si evidenzia il radicamento del Pd in città e nell’azione amministrativa". Al di là del risultato finale il fatto che Majorino sia partito da Varese con la tappa zero della sua campagna e abbia scelto poi la città giardino anche per la conclusione rende in ogni caso orgoglioso il primo cittadino.

"Indubbiamente - aggiunge il sindaco - un riconoscimento di un buon governo e di una buona amministrazione, che sta cambiando e trasformando la città anche attraverso l’impiego di molti giovani amministratori". C’è però anche amarezza, nelle parole di chi ha saputo battere il centrodestra due volte in una roccaforte leghista come Varese, per il risultato mancato. Cosa poteva fare di più dunque il centrosinistra? "Come avevo detto a settembre e ottobre - conclude Galimberti - bisogna stare insieme e fare sì che ci possa essere un progetto unitario di tutte le forze alternative alla destra, come avviene a Varese e in tante altre città dove il centrosinistra amministra".

Lorenzo Crespi