Altro che festa: il sogno lilla si frantuma contro il muro della realtà. A Legnano, invece del drappo lilla, s’è alzato il sipario su un post amaro. Nessuna promozione d’ufficio, nessun conto alla rovescia da social manager a caccia di like: il grande sogno della Serie D s’è infranto con il direttore generale Giuseppe Nava, che ha dato l’ultima parola al progetto con un post carico di frustrazione. Parole forti, che pesano come pietre: "Pretese inaccettabili", "fusioni dal nome grottesco", "ospiti che volevano dettar legge in casa d’altri". Eppure, fino a qualche giorno fa, c’era chi ci credeva davvero. E invece, calata la sera, è rimasto solo il silenzio di chi ha capito che, ancora una volta, il salto non si farà. "Era doveroso provarci", ha scritto Nava. Ma Legnano – si sa – non vuole più tentativi. Vuole risultati. Vuole risposte dal campo, non dalle tastiere. Qui l’erba si conquista col sudore, non con le storie in evidenza.
Questa storia, che da mesi si trascina tra illusioni e smentite, ha ormai assunto i contorni di una telenovela social. E se c’è una voce che la piazza lilla vuole sentire, è quella dei fatti. Il blasone lilla è antico, glorioso, nobile. Ma non basta più. Senza vittorie, senza solidità, senza campo, resta solo un’eco. Un ricordo che svanisce tra le pieghe del tempo. Ora servono piedi per terra, schiena dritta e voglia di lottare.
Ch.So.