GIOVANNI CHIODINI
Cronaca

Nel segno di santa Gianna. Celebrazioni nelle chiese legate alla sua storia

A Magenta dove era nata Beretta Molla visse vent’anni: dal 1942 al 1962. Domani ricorre la festa per il medico che antepose la vita della figlia alla propria.

A Magenta dove era nata Beretta Molla visse vent’anni: dal 1942 al 1962. Domani ricorre la festa per il medico che antepose la vita della figlia alla propria.

A Magenta dove era nata Beretta Molla visse vent’anni: dal 1942 al 1962. Domani ricorre la festa per il medico che antepose la vita della figlia alla propria.

Domani ricorre la festa liturgica di santa Gianna Beretta Molla. A Magenta, dove era nata nel 1922, Gianna ha vissuto vent’anni, dal 1942 al 1962. "Un tempo relativamente breve ma estremamente intenso" ricordava don Giuseppe Marinoni, che ha da poco lasciato Magenta per un nuovo incarico a Saronno. In quegli anni, mentre completava gli studi in Medicina, Gianna si dedicò alla formazione dei giovani e alla vicinanza concreta ai poveri. Poi, dopo la laurea, è stata medico a Mesero. Quindi il matrimonio con Pietro Molla, direttore della Saffa, e le maternità. La quarta le fu fatale.

Nel libro edito per il centenario della nascita c’è la testimonianza di una amica intima della Saffa. "Ricordo quel mattino che incontrai Gianna che tornava in macchina dall’ospedale dove si era sottoposta ad una visita ginecologica dal professor Maderna. Gianna mi invitò a salire in macchina. Improvvisamente mi disse che Maderna gli aveva suggerito di buttare tutti i libri. E dopo una pausa aggiunse. "La mia bambina è sana, per me, se non accadrà un miracolo, morirò". Parole che mi sconvolsero. Mi chiese preghiere, contava molto sulle preghiere dei bambini". Nessuno dubitava sulla scelta che avrebbe fatto Gianna, a favore della vita nascente. Anni prima con le ragazze all’oratorio Gianna affrontò il problema dei diritti del nascituro in casi di gravidanza a rischio.

Gianna sosteneva con tutte le sue forze che il bambino deve essere salvato anche quando la vita della madre è in pericolo. Molte ragazze eravamo contrarie perché sostenevamo che la mamma è importante per la sua famiglia. Gianna rispose loro che nella mente di Dio quel bambino sarebbe potuto diventare un santo, e che pertanto meritava di vivere. Il giorno del funerale, che si celebrò a Pontenuovo, quattro operai della Saffa portarono a spalla il feretro sino a Mesero. Molte persone assistevano ai lati delle strade.

A Mesero arrivò una folla immensa. Nelle tre parrocchie legate alla sua storia nella giornata di domani ci saranno delle celebrazioni: alle 8.30 a Pontenuovo nella chiesetta del Buon Consiglio (accanto alla casa sponsale di Gianna), alle 10 al cimitero di Mesero (dove c’è la tomba di Gianna, del marito Pietro e della figlia Mariolina), alle 21 nella basilica san Martino di Magenta (dove Gianna venne battezzata e dove si celebrarono le nozze).