
Mirco Jurinovich
Ha un infarto mentre cammina, ma nessun usa il defibrillatore che si trova a pochi metri e l'uomo muore. Polemiche sulla morte di un 83enne colpito da malore nella giornata di domenica vicino al Parco Castello di Legnano, dove a pochi metri si trova una postazione Dae. Se qualcuno si fosse attivato per usarlo l'uomo avrebbe avuto possibilità di sopravvivenza. Invece è deceduto mentre veniva portato in ospedale della Croce Rossa. Sul fatto interviene Mirco Jurinovich, tecnico di emergenza sanitaria e presidente di Sessantamilavitedasalvare, associazione che si batte per la diffusione del defibrillatore semiautomatico: "Avrebbe potuto salvare un’altra vita il defibrillatore posizionato nell’area del Parco Castello, o quantomeno il suo impiego avrebbe dato qualche possibilità di sopravvivenza all’uomo colpito da un malore improvviso. L’apparecchio, inaugurato nel 2016, era già entrato in azione il 14 maggio 2017 salvando la vita ad un sangiorgese di 49 anni grazie alla presenza di un volontario della Croce Rossa. Invece oggi è rimasto all’interno della teca gialla posizionata sulla parete del chiosco-bar mentre a 80 metri di distanza un uomo di 83 anni si accasciava a terra. Chi ha chiamato i soccorsi si è rifiutato di eseguire il massaggio cardiaco e nessuno dei presenti ha pensato di recuperare lo strumento salvavita posizionato nelle vicinanze". Mirko continua: "Non sapremo mai se l’utilizzo del defibrillatore avrebbe potuto fare la differenza come in quella domenica del maggio 2017 ma sicuramente abbiamo conferma che la mancata emanazione dei decreti attuativi della legge 116/2021 “Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici” condanna a morte ogni anno decine di migliaia di persone che vengono soccorse in ritardo, omettendo di informare i cittadini sulle dimensioni del problema e sulle soluzioni immediatamente percorribili. Nonostante sia disponibile da anni una ‘soluzione semplice’ il problema continua ad essere ‘complesso’".