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Da Legnano a Miss Italia, Viola Porta conquista tutti

La bella 24enne è soddisfatta dell'esperienza a Jesolo: "Speravo nel podio, ma sono felice"

Viola Martina Porta (StudioSally)

Legnano (Milano), 23 settembre 2015 - Fra le diciotto più belle d’Italia. Un ottimo risultato per Viola Martina Porta, 25 anni, che ha partecipato con onore alla finale di Miss Italia a Jesolo in diretta tv su La 7. La ragazza di Legnano è stata eliminata quando le concorrenti da 18 sono diventate 9. Alla finale vinta dalla laziale Alice Sabatini, superspinta dal televoto, hanno partecipato 33 fanciulle. «In cuor mio - ha dichiarato la legnanese - speravo di classificarmi nelle prime 3 posizioni. Però sono contenta lo stesso: è stata un’esperienza esaltante». Viola Martina Porta, che è rientrata a Legnano, ha buoni motivi per essere felice: nonostante non abbia trionfato in finale, si è aggiudicata il titolo nazionale satellite «Miss Cotonella». Si tratta della più importante fascia satellite del concorso in quanto Cotonella, anche con brand Linea Sprint, è main sponsor di Miss Italia. Viola si è così assicurata la partecipazione a numerose sfilate di moda, convention e spettacoli in cui sono coinvolti i marchi Cotonella e Linea Sprint.

Nel 2008 la fascia Miss Cotonella venne vinta da Federica Nargi, poi velina a «Striscia la notizia». La finale del PalaArrex è iniziata bene per la miss di Legnano: il tutor Vladimir Luxuria l’ha promossa a pieni voti nella fase di scrematura da 33 a 18 concorrenti. Ha chiamato la legnanese per prima, con boato d’approvazione da parte del pubblico. «Essere annunciata per prima - ha aggiunto Viola - mi ha dato un enorme morale. In molti prima di iniziare la finale mi pronosticavano tra le prime, soprattutto gli addetti ai lavori». Nella fase successiva, da 18 a 9 concorrenti, Luxuria non è stato coerente: ha stranamente bocciato la venticinquenne, che malgrado ciò è uscita di scena senza arrossire né polemizzare. «L’importante è aver conquistato una fascia nazionale e aver conosciuto tante nuove amiche». 

di Alessandro Brambilla