Milano-Mortara, slitta il raddoppio della linea

Sulla tratta Albairate-Mortara ritardi e soppressioni sono frequenti

Pendolari alla stazione di Abbiategrasso

Pendolari alla stazione di Abbiategrasso

Abbiategrasso (Milano), 27 novembre 2017 - «Il raddoppio della tratta Albairate-Mortara rientra tra i compiti di Rfi, perché la linea fa parte della rete nazionale». Parole dell’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Alessandro Sorte. Tradotto: è già partito il rimbalzo delle responsabilità. Le dichiarazioni di Sorte arrivano a pochissimi giorni dalla nota inviata da Rete Ferroviaria Italiana dove si spiegava che nel quinquennio 2017-2021 non sono stati richiesti dalla Regione investimenti per il completamento del raddoppio tra Albairate e Parona. Le migliaia di viaggiatori della linea si dovranno mettere il cuore in pace. Ritardi, soppressioni, sovraffollamento e viaggi in condizioni spesso difficili (i riscaldamenti rotti d’inverno che fanno il paio con l’aria condizionata rotta d’estate sono proverbiali tra i pendolari della tratta) sono destinati a continuare.

«L’iter di approvazione ministeriale della parte del progetto Albairate-Mortara si è arrestato a fronte di criticità territoriali non risolte – ha aggiunto Sorte -. Per poter migliorare l’offerta di trasporto usufruendo del raddoppio occorrerebbero almeno 5-10 anni, considerando i tempi di approvazione del ministero delle Infrastrutture e di realizzazione di opere ferroviarie analoghe da Rfi». Tutto perduto? No. Sorte ha puntualizzato che «Regione Lombardia non può attendere tempi così lunghi e ha previsto nel Piano regionale della Mobilità l’anticipo del raddoppio della tratta tra Albairate e Abbiategrasso». Si tratta di un km scarso di ferrovia, ma di recenti è stato richiesto a gran voce pure da un comitato cittadino abbiatense. Secondo diversi esperti la soluzione, presentata a Rfi, permetterebbe di decongestionare la Milano-Mortara; i pendolari, infatti, potrebbero utilizzare i treni semi-vuoti della S9 in partenza da Abbiategrasso. Il progetto permetterebbe di ridurre il numero dei treni sulla linea che unisce la Lomellina a Milano (il comitato sostiene che sarebbero una ventina in meno) e garantirebbe viaggi in condizioni più “umane”.