
Il Portico della Solidarietà di Abbiategrasso
Abbiategrasso (Milano), 24 novembre 2020 - «È venuto un uomo che ci ha detto solo: “Ho fame”. Due documenti, qualche breve domanda… come si può dire di no". Sono scene ormai comuni al Portico della Solidarietà in via Pavia 42. Con l’emergenza sanitaria il numero di persone aiutate dai volontari dell’associazione “Andrea Aziani” sono aumentate del 35-40% rispetto allo scorso anno; quando il mese inizia e la tessera a punti per gli acquisti è piena, la coda di persone in attesa fuori dall’emporio si snoda fino al fondo della via.
«La richiesta è notevole, ormai siamo arrivati a seguire con continuità circa mille persone, che corrispondono più o meno a quattrocento famiglie – hanno spiegato Antonia Montorfano e Frank Ranzani (nella foto), due volontari del Portico -. E il numero continua a crescere. A volte arrivano con le lacrime agli occhi, e non solo da Abbiategrasso ma da tutto il territorio. Persone che erano già disoccupate prima della pandemia e che ora hanno ancora più difficoltà nel trovare un lavoro, ma anche persone che facevano le pulizie nelle grandi catene legate al cibo o lavoravano nei ristoranti, per fare due esempi, e che si sono trovate senza lavoro a causa del covid-19. Ormai il 40% di chi si presenta qui è italiano".
Il Portico della Solidarietà è attivo da alcuni anni; distribuire cibo e altri beni di prima necessità è possibile grazie al banco alimentare – in questi giorni è attiva la colletta nei supermercati, si può donare acquistando una tessera – e alle aziende che regalano i propri prodotti. La Lidl di Abbiategrasso, ad esempio, fornisce ogni giorno ai volontari frutta e verdura. Il cibo viene “comprato” dalle persone in difficoltà attraverso una tessera a punti distribuita in accordo con i Servizi sociali comunali, a seconda della fascia Isee e del numero di membri del nucleo famigliare.
Sempre più spesso, però, si presentano persone che semplicemente bussano all’emporio e dicono: "Non ho nulla". A volte neppure il frigorifero o la luce in casa. Situazioni di grave disagio che richiedono non solo un aiuto dal punto di vista materiale. ma anche un sostegno psicologico. "Vogliamo lanciare un appello - fanno sapere i volontari -: siamo sempre alla ricerca di aziende che ci permettano di ritirare eventuali beni di prima necessità che altrimenti butterebbero. Per noi volontari l’impegno è costante: anche otto o nove ore al giorno, compresi sabati e domeniche ma serve l’aiuto di tutti".