
Marco Patania e la sua zattera
Legnano (Milano), 7 luglio 2015 - E' arrivato alla foce del Po dopo 16 giorni e centinaia di km a bordo del suo Kayak gonfiabile. Il musicista legnanese Marco Alessandro David Patania ce l'ha fatta a concludere la sua avventura, dopo che il primo tentativo a bordo di una zattera che si era autocostruito, non era andato a buon fine. Partito nella mattinata di domenica 21 giugno da San Mauro Torinese, l'avventuriero legnanese non ha avuto problemi: "Le rapide che ho affrontato la volta scorsa con la zattera, sono sembrate addirittura ridicole con il kayak. Ho saltato alcune rapide uscendo dal fiume in un paio di punti, mentre altre le ho affrontate senza nessun problema".
Patania poi ha voluto documentare anche le condizioni insalubri del fiume: "Sono molto infastidito dall'aver notato e documentato l'elevato grado d'inquinamento delle acque. Oltre alla schiuma, galleggiava veramente di tutto, escrementi compresi. La cosa piacevole che dopo Piacenza la schiuma galleggiante è completamente sparita ed il fiume non era più marrone, bensì verde e pieno di pesci guizzanti". Nel diario di bordo anche la scomoda presenza delle ex centrali nucleari: "Sono rimasto molto colpito nel vedere ben due ex centrali nucleari lungo il Po: la prima il secondo giorno di navigazione, a Trino Vercellese e la seconda a Caorso. Due inutili mostri di cemento che stonavano decisamente nel paesaggio".
Patania racconta di persone molto disponibili incontrate lungo il Po, ma anche di situazioni poco edificanti: "Approdando ad Ostiglia in provincia di Mantova mi sono infatti ritrovato tra gente particolarmente ostile: nessuno ha voluto indicarmi un ristorante, un bar, o un albergo dove dormire. Una signora anziana mi ha additato come drogato, altri mi hanno dato indicazioni sbagliate. Nemmeno i Carabinieri mi sono stati d'aiuto, visto che si sono limitati a controllarmi i documenti e dirmi di riposare prima di rimettermi in viaggio, senza darmi nessuna informazione. Fortunatamente, delle persone ospitate in un centro accoglienza per profughi mi hanno preso delle bottiglie d'acqua in un supermercato, dimostrandomi ancora una volta che spesso coloro che sono più in difficoltà, sono i primi a tendere la mano per aiutare il loro prossimo". Ieri l'arrivo a Porto Tolle, a pochi km dal mare.
christian.sormani@ilgiorno.net