
Investimenti sì ma ancora con tante barriere all’innovazione, a causa della mancanza di un’adeguata comprensione del concetto di Industria 4.0 e di scarse conoscenze all’interno dell’organizzazione. Sia tra le grandi sia tra le piccole e medie imprese. Sono queste le principali evidenze della ricerca realizzata da Liuc Business School per ICIM Group, e presentata mercoledì in ateneo.Obiettivo dello studio era capire come le imprese italiane abbiano affrontato, negli anni successivi all’investimento, l’implementazione delle tecnologie 4.0 acquisite. L’analisi è stata condotta utilizzando la metodologia di ricerca scientifica dei casi studio e attraverso interviste mirate alle figure che hanno guidato gli investimenti 4.0, con visite in loco ai reparti produttivi. Campione oggetto di indagine sono state 123 imprese: prevalentemente concentrate nel segmento manifatturiero (86,18%), commercio all’ingrosso e al dettaglio (7,32%), per il restante in sanità e assistenza sociale, costruzioni. Gli investimenti sono stati effettuati da imprese localizzate perlopiù nelle regioni del Nord Italia, per il 55% da piccolemedie imprese e per il 45% da grandi aziende. Tutte le imprese intervistate sono soddisfatte dei risultati ottenuti dall’investimento ie dai benefici emersi negli anni successivi: maggior produttività, monitoraggio e controllo continuo, miglioramento delle condizioni di lavoro del personale. La maggior parte degli intervistati (75%) ha dichiarato che la decisione di investire nell’Industria 4.0 è stata principalmente legata ai vantaggi economici e finanziari. Pochi intervistati (25%) hanno testimoniato che tale scelta sia legata a una spiccata cultura digitale e all’ambizione di portare la propria impresa verso la quarta rivoluzione industriale. Se da un lato il piano di investimenti ha contribuito a oliare la trasformazione del tessuto produttivo nazionale, dall’altro le imprese non comprendono ancora realmente cosa significhi generare valore da tali investimenti. Tra le principali barriere all’innovazione, la non adeguata comprensione del concetto di Industria 4.0 per le scarse competenze all’interno delle organizzazioni (67%), la resistenza al cambiamento (75%), la complessità di inserire i nuovi sistemi all’interno di cicli produttivi preesistenti (83%) e la difficoltà a trovare partner validi per lo sviluppo della progettualità (57%).