
Il Consiglio salva Silvestri. No alla mozione di censura
Maggioranza contro minoranza, come da copione, e così anche la mozione di censura presentata dai gruppi di opposizione nei confronti del presidente del Consiglio, Umberto Silvestri, si è infranta sul solido sbarramento costituito dai consiglieri fedeli alla linea del Governo cittadino. Dopo aver richiesto lo scorso dicembre la rimozione dall’incarico dello stesso presidente del Consiglio, i firmatari della mozione – in primis Carolina Toia, capogruppo della Lega - erano tornati di nuovo alla carica dopo aver denunciato per mesi le mancanze di chi "ha ripetutamente rinunciato, dall’inizio della sua elezione (luglio 2021) ad oggi, al suo ruolo di imparzialità, che prevede che lo stesso agisca al disopra delle parti e in maniera indipendente da schieramenti politici": nella mozione passata in consiglio martedì tutti i consiglieri di opposizione, fatta eccezione per Franco Brumana del Movimento dei Cittadini, chiedevano quindi che l’aula si esprimesse questa volta con una censura dei suoi confronti, determinata dai fatti poi intervenuti.
In particolare è stato l’ormai arcinoto caso del "deficiente", pronunciato in aula a microfoni aperti e consiglio ormai chiuso, indirizzato a un consigliere comunale assente in quella serata, Francesco Toia, a dare motivazione alla nuova mozione. Insomma, alla fine della serata ben un’ora e mezza delle tre ore e mezza del Consiglio sono state dedicate proprio a questa mozione, senza che si intravedesse uno spiraglio di possibile comunicazione tra le parti. Una situazione in parte riassunta da chi non aveva firmato la mozione, ma che poi ha comunque votato a favore: "Non ho firmato l’atto perché mi sembra inopportuno – ha detto in aula Brumana, dal Movimento dei Cittadini -: è una mozione, infatti, o dovrebbe invece un ordine del giorno, con il Consiglio comunale che esprime un parere? Il gesto di Silvestri, qualificato come atto gravissimo, non mi pare che abbia queste caratteristiche: è forse un incidente, un’espressione infelice registrata per errore. Una questione personale da risolvere sul piano personale, ma è indubbio che la maggioranza ci ha messo del suo e Silvestri non ha fatto un gesto di umiltà scusandosi come sarebbe stato richiesto. Cosa che anche il sindaco avrebbe potuto fare".
Forse è proprio così, ma è stata proprio l’incapacità di scusarsi a trasformare una questione personale in qualcosa d’altro. Ovvio, non ci fosse stato il microfono aperto nulla sarebbe successo e un "complimento" come quello espresso da Silvestri – che risulta vocabolo da educanda rispetto a ciò che si ascolta quando, appunto, i microfoni sono spenti – non avrebbe provocato alcuna reazione. Il microfono, però, era acceso e il fatto che l’insulto sia stato anche trasmesso nella diretta web, è indubbio, ha cambiato le carte in tavola.