REDAZIONE LEGNANO

Il caso della mantide. È giudizio immediato: otto subito a processo

Parabiago, l’omicidio camuffato da atto di pirateria stradale. Il cinquantaduenne Fabio Ravasio fu investito e ucciso nell’agosto scorso.

Il caso della mantide. È giudizio immediato: otto subito a processo

Parabiago, l’omicidio camuffato da atto di pirateria stradale. Il cinquantaduenne Fabio Ravasio fu investito e ucciso nell’agosto scorso.

Il giudice Anna Giorgetti ha firmato il procedimento di giudizio immediato per otto persone, tutte coinvolte nell’omicidio di Fabio Ravasio, il cinquantaduenne di Parabiago. Si va a processo il prossimo 27 gennaio in corte di Assise a Busto Arsizio. Alla sbarra la ex compagna di Ravasio, Adilma Pereira Carneiro, la quarantanovenne brasiliana considerata il vero cervello della banda. Sarebbe stata lei ad ideare il progetto criminoso. Gli esecutori materiali dell’omicidio, secondo la procura bustocca, sarebbero Igor Benedito, figlio della donna alla guida dell’auto e Marcello Trifone, marito della donna. Entrambi erano sulla Opel Corsa con targa contraffatta, di proprietà di Adilma, prepara dal meccanico parabiaghese Fabio Oliva, oggi l’unico ad essere agli arresti domiciliari.

Nel gruppo anche Mohamed Dahibi, classe 1979, marocchino, che avrebbe dovuto bloccare la circolazione inscenando un malore in prossimità del ponte di via Butti. Emerge prepotente anche il ruolo di Massimo Ferretti, amante di Adilma e mente del piano omicida. Sarebbe stato lui a coordinare il piano, decidendo ruolo e tempistiche. Infine il ruolo marginale di Mirko Piazza e Fabio Lavezzo, utilizzati come pali nel progetto dell’omicidio. Sarebbero stati loro a segnalare il passaggio in bicicletta di Ravasio fra Magenta e Parabiago, allo scopo di segnalarne la presenza in zona agli esecutori materiali del delitto. Ravasio morì nella notte fra il 9 ed il 10 agosto scorso a causa delle terribili conseguenze dell’investimento mentre percorreva la strada fra Casorezzo e Parabiago.

Adesso potrebbero aprirsi nuovi scenari per gli imputati a livello legale dalla notifica del decreto. Avranno tutti quindici giorni di tempo per chiedere il giudizio abbreviato, avendo in cambio la riduzione della pena pari a un terzo, in caso di condanna. Il piano omicida, orchestrato secondo la Procura dalla mente di Adilma e dell’amante Massimo Ferretti, ha portato all’accusa di omicidio premeditato che prevede una pena fino all’ergastolo.

Christian Sormani