Felce a rischio estinzione. Il Parco del Ticino “terreno” di coltura

Messi a dimora cento esemplari provenienti dall’orto botanico di Pavia

Felce a rischio estinzione. Il Parco del Ticino  “terreno” di coltura

Felce a rischio estinzione. Il Parco del Ticino “terreno” di coltura

La Calamaria di Malinverni, pianta il cui nome scientifico è Isoëtes Malinverniana, è una rara felce acquatica di origine mesozoica esclusiva di Piemonte e Lombardia. Qui cresce in canali e rogge, cioè canali artificiali di portata moderata, che alimentano di acqua le risaie di questa porzione di Pianura padana occidentale. Oggi è una delle piante endemiche italiane maggiormente minacciate di estinzione, con un declino delle popolazioni che ha raggiunto il 90% negli ultimi vent’anni. La sua sopravvivenza è strettamente legata alla qualità dell’acqua. L’uso eccessivo di fertilizzanti, prodotti chimici, ma anche gli scarichi urbani, inquinando le acque superficiali ne hanno causato la rapida scomparsa. A questo si aggiunge anche la gestione dell’acqua irrigua, che in alcuni canali non è sempre presente, soprattutto durante il periodo invernale. Inoltre, interventi che prevedono il taglio della vegetazione, la ripulitura e la risagomatura del letto dei canali con mezzi meccanici tramite dragaggio comportano l’asportazione dei sedimenti congiuntamente alle spore accumulate sul fondo. Adesso nel parco del Ticino sono stati messi a dimora all’incirca cento esemplari di Isoëtes malinverniana provenienti dall’orto botanico dell’Università di Pavia. Nel 2023, con l’obiettivo di conservare questa specie di interesse comunitario, è nato un tavolo permanente nella gestione e conservazione di Isoëtes malinverniana.

"La reintroduzione sperimentale di Isoëtes è un risultato molto importante, ottenuto in meno di un anno di coordinamento tra molti enti prestigiosi – sottolinea Alessandra Norcini, dirigente della Struttura Natura e Biodiversità di Regione Lombardia –. Se tutto andrà come previsto, Isoëtes malinverniana potrà diventare un simbolo di riconciliazione tra attività umana e natura in una delle aree più antropizzate e intensamente sfruttate d’Italia" conclude il professor Simone Orsenigo del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia. Christian Sormani