
Claudio e Davide Colombo, titolari della Maglieria Gina di Dairago
Dairago, 11 aprile 2020 - Il coronavirus sta cambiando le abitudini di molti. Anche delle aziende, chiamate a rispondere a dei bisogni sino a pochi mesi fa sconosciuti o comunque delegati ad altri Paesi, soprattutto quelli asiatici. La maglieria Gina con sede in viale dell’Industria da martedì inserirà nella propria produzione, oltre ai tessuti a maglia, anche quella delle mascherine. "Sarà una produzione non estemporanea. Pensiamo già di protrarla nel tempo perché questa è anche una esigenza nazionale" sottolinea Davide Colombo, uno dei titolari dell’azienda dairaghese.
La Maglieria Gina ha iniziato nel 1980 a produrre tessuti a maglia per pigiameria e intimo, in fibre sintetiche e naturali. Davide e gli altri suoi tre soci rappresentano la seconda generazione, dopo che l’azienda era stata avviata dal padre e dagli zii. In questi anni la proprietà ha potenziato il parco macchine e ha diversificato la produzione, puntando anche sui tessuti destinati alla produzione dei costumi da bagno e indumenti per la pratica sportiva, con un occhio di riguardo anche per quanto riguarda l’ambiente (con una riduzione delle emissioni e lo sviluppo di energie alternative). "L’obiettivo per i prossimi anni è quello di ampliare la gamma con proposte di tessuti sempre più innovativi, pensati e sviluppati in base alle esigenze dei nostri clienti. Nel frattempo affrontiamo con la nostra esperienza questo momento di emergenza" afferma Colombo.
In maglieria attualmente lavorano 17 persone. "Invece di rimanere in cassa integrazione da martedì si torna a lavorare ed è meglio per tutti, anche dal punto di vista economico" osserva Colombo. Le mascherine verranno prodotte dopo che sono stati ultimati opportuni studi e prove di laboratorio che hanno permesso di valutare come si sarebbe potuto ottenere un prodotto funzionale all’esigenza di un isolamento da una possibile propagazione di particelle acquose. Queste prove sono state condotte dai responsabili della Maglieria Gina in collaborazione con la L.T. di Ezio Molinari di Busto Arsizio, "un’azienda con la quale già da tempo stiamo elaborando progetti comuni e sinergici", precisa Colombo.
"Pensiamo, quando saremo a regime, di riuscire a produrre 200mila mascherine al mese. Le faremo con il tessuto base delle nostre altre produzioni con l’aggiunta di un adeguato trattamento studiato per aumentarne il potere filtrante. Certo non potranno essere certificate al pari di quelle chirurgiche perché, per quelle, stando alle prescrizioni vigenti, bisogna usare il Tnt ovvero il tessuto non tessuto. Le nostre saranno mascherine preventive che si potranno indossare a casa e anche negli ambienti di lavoro".