Cerro Maggiore, via Dante ancora nella bufera

E' questione di giorni per lo sgombero dello stabile multietnico

Via Dante a Cerro Maggiore

Via Dante a Cerro Maggiore

Cerro Maggiore (Milano), 16 febbraio 2019 - Un nodo che deve ancora essere sciolto. Quello della palazzina di via Dante presenta ancora numerosi aspetti da affrontare. «Sulla questione darò informazioni solo quando saranno ufficiali visto la delicatezza del problema». Il sindaco Nuccia Berra taglia corto sul problema «casbah», dopo che in questi giorni erano girate voci incontrollate sul possibile sgombero della palazzina al confine con il territorio di San Vittore Olona. La questione sicurezza legata al caseggiato era già balzata agli onori della cronaca con le ripetute visite di controllo da parte dei vigili del fuoco, che avevano ravveduto la necessità di sospendere l’erogazione del gas. Una decisione presa dopo aver visto allacci abusivi e una situazione ormai totalmente fuori controllo. Impossibile sapere quanti nuclei familiari abitino all’interno della struttura. Si parla di una quindicina di famiglie, ma molti dei nuclei risultano assolutamente abusivi.

Il vento della protesta attorno alla questione «casbah» era soffiato durante la campagna elettorale, quando alcune forze politiche avevano promesso lo sgombero della zona. Dal canto loro, altre forze politiche avevano invece cercato di smorzare i toni, chiedendo l’intervento dei Servizi sociali. Da qui il rallentamento di un possibile sgombero, che era ormai stato programmato. Serve però sapere dove andranno le persone che ora non hanno più una sistemazione e chi se ne prenderà cura. «Qualsiasi decisione verrà presa non sarà politica, ma soltanto conseguenza delle risultanze dei controlli dei vigili del fuoco. Che hanno ravvisato gravi anomalie, anche dal punto di vista della stabilità della struttura» tiene a sottolineare l’assessore Alessandro Provini.

Bocche cucite quindi sul possibile sgombero della palazzina, anche se ormai sembra una questione di qualche giorno previa una organizzazione capillare che una decisione del genere comporterà. Intanto all’interno della «casbah» le voci degli inquilini sono quasi sussurrate: «Non sappiamo cosa succederà. Siamo senza gas da alcune settimane e non ci hanno detto cosa accadrà» spiega un uomo che abita da tre anni in un appartamento dello stabile. «Sicuramente non potremo più stare qui perché c’è pericolo di crollo, così ci avevano detto i vigili del fuoco» aggiunge.