CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Tragedia sul lago ad Arona, a Cerro Maggiore dolore e sgomento per la morte di Lorenzo

Il giovane si è tuffato in acqua e non è più riemerso

Il luogo della tragedia

Cerro Maggiore (Milano), 4 giugno 2019 - «Come comunità ci stringiamo forte attorno alla famiglia del ragazzo che è affogato ad Arona». Ieri mattina anche il sindaco Giuseppina Berra, ha voluto mostrare la propria vicinanza alla famiglia di Lorenzo, il 14enne morto domenica pomeriggio a Punta Vevera, davanti al Lido di Arona. Il primo cittadino si è recato a casa dei genitori, dove per tutta la giornata c’è stato un continuo via vai di amici e conoscenti per rendere omaggio al ragazzino scomparso. «Aiuteremo la famiglia come amministrazione anche per i funerali – ha spiegato il sindaco Berra -. È una famiglia che in comune conosciamo bene perché sono già stati aiutati dai servizi sociali. Gli aiuteremo anche in questa terribile occasione».

Lorenzo in paese lo conoscevano in tanti, come in tanti conoscono la sua famiglia. Aveva lasciato la scuola, quindi non studiava e non lavorava. Domenica aveva mangiato a casa a Cerro Maggiore, poi con alcuni amici aveva deciso di prendere il treno per recarsi ad Arona. «lI padre ci ha spiegato che assieme alla sorella e a un gruppo di amici avevano deciso di fermarsi in una spiaggetta dove c’era il divieto di balneazione – ha spiegato il sindaco –. Purtroppo poi è successo quello che sappiamo». Il ragazzo insieme a un amico si è buttato in acqua. Pare che intendessero raggiungere alcune barche ormeggiate per utilizzarle come trampolino per i tuffi. Cosa che hanno fatto, ma Lorenzo dopo il tuffo non è più emerso. Gli amici non vedendolo più hanno lanciato l’allarme, e sul posto sono arrivate decine di soccorritori che hanno ritrovato il corpo dopo ben due ore di ricerche.

La vittima era il terzo di quattro fratelli. Il più grande ha 18 anni, la più piccola 7. Secondo quanto si apprende, prima di buttarsi il ragazzo avrebbe detto agli amici di non sentirsi bene, decidendo poi comunque di buttarsi in acqua in una zona non sicura, dove in passato c’erano già stata altri casi di annegamento. Nel 2016, infatti, nella medesima zona, c’erano stati due morti, l’anno successivo erano deceduto un ragazzo di ventidue anni. L’area in questione è conosciuta dei residenti come una vera e propria “ghiacciaia”: l’acqua infatti è particolarmente fredda a causa della presenza di un corrente d’acqua gelida.