La più giovane, nella squadra, ha soli 12 anni. La più grande di anni ne ha 56, ed è considerata come "una seconda mamma". Diciotto donne, con un passato segnato da problemi di bullismo e di rapporti difficili con i coetanei, legate dalla battaglia contro insicurezza, ansia, paure e disturbi alimentari che hanno deciso di affrontare salendo su una passerella e mettendosi sotto i riflettori.
L’idea è nata dall’esperienza personale di una ventenne, Valentina Giacalone, che è stata a sua volta vittima di bullismo a scuola e ha deciso di mettere a frutto il suo passato per aiutare altre ragazze: "Durante la pandemia ero contenta di portare la mascherina perché potevo stare con il volto coperto, adesso mi vedo bella e con la mia faccia ci lavoro. Questa è la mia rivincita personale".
Il sogno nel cassetto è quello di creare una onlus, dando una struttura associativa a un progetto che potrebbe approdare anche nelle scuole, per aiutare le adolescenti ad acquisire sicurezza e autostima attraverso il linguaggio del corpo. I problemi di Valentina, che ora lavora per un’agenzia milanese, sono iniziati alle scuole medie e sono proseguiti fino all’età di 17 anni.
"Ero denigrata, disprezzata e insultata per il mio aspetto fisico – racconta – mi chiamavano, ad esempio, “faccia da uomo“. Avevo enormi complessi e problemi di insicurezza in un’età delicata, per colpa di queste persone mi vedevo brutta, non riuscivo a rapportarmi con gli altri e avevo paura a uscire di casa. Adesso riesco a parlarne tranquillamente ma ho vissuto anni difficili, senza la spensieratezza che ogni adolescente dovrebbe avere".
La svolta è arrivata anche grazie al supporto della mamma, che gestisce la sartoria “Filomania“ a Gerenzano, in provincia di Varese. Valentina durante gli studi all’Isis Bernocchi di Legnano, dove si è diplomata Tecnico dell’abbigliamento, ha iniziato a disegnare gli abiti cuciti a mano che poi vengono messi in vendita nel negozio. Si è avvicinata così al mondo della moda superando, a piccoli passi, le sue paure e acquisendo sicurezza. Due anni fa, quasi per gioco, ha iniziato a mandare il suo curriculum e le sue foto a diverse agenzie.
“Quando mi hanno chiamata per un colloquio non riuscivo a crederci – racconta – mi sembrava impossibile. Infine ho firmato il contratto con l’agenzia 19th Street Agency Milano e sono diventata, a tutti gli effetti, una modella, collaborando anche con lo studio Butterfly. Quando sono salita per la prima volta sulla passerella e ho fatto i miei primi shooting fotografici ho pensato alle persone che mi prendevano in giro a scuola, e ho capito di essere riuscita a prendermi una rivincita. Ho vinto anche la coroncina come finalista nazionale in un concorso di bellezza a Palermo e penso di avercela fatta considerando che nel 2020, appunto, ero contenta di indossare la mascherina perché così potevo coprire il mio viso".
Dalle ferite del passato è nata l’idea di raggruppare, tramite conoscenze e il passaparola, un gruppo di ragazze di diverse zone della Lombardia legate dagli stessi problemi da affrontare e da una battaglia comune. "Abbiamo cominciato a organizzare sfilate con loro in locali e spazi pubblici – racconta Valentina – creando un’occasione per stare insieme, per parlare e per confrontarci. I problemi si affrontano in gruppo, insieme siamo più forti. Ci sono ragazze che soffrono di anoressia o bulimia, per colpa del bullismo hanno perso stima e fiducia in loro stesse. Sono tutte ragazze bellissime".
Quando salgono sulla passerella, con abiti originali disegnati per loro, si trasformano. Perdono la loro timidezza, si sottopongono a foto e video che poi vengono fatti rimbalzare sui social.
Si è unita al gruppo una “lady“ che "fa da seconda mamma a tutte noi". Anche lei sale sulla passerella, tenendo per mano la più giovane della squadra. I bulli, però, sono tornati a farsi sentire, questa volta nascondendosi dietro una schermo.
Quando Valentina ha pubblicato sui social la sua foto a Palermo, dopo aver vinto il concorso di bellezza, è arrivato un commento offensivo. "Un insulto che ho cercato di ignorare – spiega – e che mi spinge ad andare avanti su questa strada. Il mio sogno è quello di continuare a lavorare come modella, acquisendo una professionalità in questo settore difficile, e nel frattempo a portare avanti il progetto. Vorrei creare una onlus e collaborare con le scuole, dove ci sono tante ragazze in situazioni critiche".