Legnano, in manette la spalleggiatrice dei clan

Finisce in carcere intermediatrice finanziaria con studio nella Città del Carroccio, all'interno del quale è avvenuto il feroce pestaggio di un imprenditore che "doveva" ai clan decine di migliaia di euro

Carabinieri sul luogo del delitto a San Vittore Olona

Carabinieri sul luogo del delitto a San Vittore Olona

LEGNANO (Milano), 2 ottobre 2018 - Con gli arresti eseguiti stamani dagli investigatori della Dia di Milano si è assistito a un «inquietante rovesciamento di ruoli» tra imprenditori e persone vicine alla 'ndrangheta. Lo ha spiegato il pubblico ministero Alessandra Cerreti illustrando l'operazione che ha portato in carcere la mediatrice finanziaria Paola G., con studio a Legnano, ai domiciliari un suo collaboratore, Enrico V., e all'emissione di un ordine di custodia cautelare per altre tre persone già coinvolte in inchieste su traffico di stupefacenti. 

L'indagine ha ricostruito un pestaggio, accaduto all'interno dello studio professionale ai danni di un imprenditore che aveva affidato alla mediatrice legnanese una complessa operazione di trasferimento di denaro estero su estero. Poiché l'intermediatrice non riusciva a fare rientrare la somma, pari a circa 60mila euro, l'imprenditore fu convocato nello studio dove fu pestato da tre persone vicine alla criminalità organizzata. Paola G., parlando al telefono, prima di convocare i tre «castiga matti» aveva detto «ora scateno la belva», in riferimento a uno dei tre.

Il 27 gennaio scorso nell'ambito dell'operazione "Linfa", il blitz antidroga aveva portato in carcere anche Edoardo Novella, figlio di Carmelo, il boss "secessionista" che puntava a rendere indipendente le locali della Lombardia dalle cosche calabre e per questo fu brutalmente ucciso nel luglio in un conflitto a fuoco all'interno di un bar di San Vittore Olona nel 2008 (nella foto).