GIOVANNI CHIODINI
Cronaca

I baby calciatori cacciati? "Li prendiamo noi"

La reazione di una società di Turbigo dopo la denuncia de “Il Giorno”: "Incredibile"

Tiziano Faiella allenatore del settore giovanile del Soccer Boys

Turbigo (Milano), 4 ottobre 2019 - «Li hanno rifiutati . Noi li accogliamo volentieri, gratuitamente». Tiziano Faiella, direttore tecnico della Soccer Boys Turbigo (società dell’Altomilanese, al confine con la provincia di Novara), è rimasto inorridito dopo aver letto su “Il Giorno” la denuncia dei genitori di bambini di 9-10 anni allontanati da una società di calcio milanese perché «non in grado di farli divertire…». «Noi invece questi bambini li accettiamo volentieri, e li faremo divertire. Siamo disposti anche a trovare loro una sistemazione in altre società di paesi vicini a dove risiedono. Non ha senso difatti che solo per dare due calci e correre dietro ad un pallone un bambino debba sobbarcarsi viaggi di un’ora e più al giorno. Se invece ci sono bambini che abitano nelle vicinanze di Turbigo andremo a prenderli con i nostri mezzi, come già facciamo con i ragazzi della nostra scuola calcio», aggiunge.

Il calcio dei bambini è dominato dalle logiche dei grandi. Capitano spesso situazioni del genere? «Questa notizia non mi sorprende. Sappiamo che ci sono squadre di solo settore giovanile che fanno queste cose, che esasperano la selezione anche nella fascia di età in cui un bambino si reca su un campo di calcio solo a divertirsi. Sarà il tempo a trasformare il gioco in una pratica sportiva».

Dirigenti e genitori spesso intendono il calcio come un affare. Tutti sperano di avere in casa un campione e si comportano di conseguenza. «Non è detto che un ragazzino debba arrivare assolutamente al professionismo – osserva Faiella -. Può continuare a praticare il suo sport preferito per anni, adattandosi al livello che più gli è congeniale, da quello regionale a quello provinciale. Lo capirà lui stesso giocando di anno in anno. Un professionista e un calciatore dilettante della squadra di paese condividono una stessa passione, quella del giocare al calcio. Una passione che nessun adulto si può permettere di cancellare».

Come si lavora con i bambini in età non agonistica? «A livello di settore giovanile non serve accanirsi sugli schemi di gioco. Il bambino che entra in una società deve essere accompagnato nella crescita fisica e anche umana. Per questo non parliamo più di allenatori ma di educatori. Di persone che le società mettono a contatto con i ragazzi, aiutandoli a crescere in un ambiente sereno, affiancandoli nell’affrontare i problemi che possono incontrare sul loro cammino. Del resto a questa età i bambini al campo vengono per giocare». 

Voi avete solo squadre preagonistiche? «Viste le richieste per questa stagione abbiamo anche allestito squadra del settore agonistico per i nati dal 2006 al 2004».

La Soccer Boys opera dal 1980 a Turbigo. A fondarla è stato Dario Seratoni, già calciatore in serie A con le maglie del Novara e del Genoa negli anni ’50, scomparso nel 2012. Aveva 83 anni. Il quartier generale del club è in via Nosate, su terreni che lo stesso Seratoni mise a disposizione accanto a quelli della sua attività di estrazione ghiaia. Dalla Soccer Boys sono passati migliaia di ragazzini e, tra questi, alcuni sono anche arrivati a giocare in serie A, da Baccin a Comazzi, da Maccarone a Parolo. Quest’anno sono tesserati alla Soccer Boys un centinaio di ragazzi, nel settore pre-agonistico (nati dal 2007 al 20014).