
Il degrado imperante nell'ex aeroporto militare
Castano Primo (Milano), 9 luglio 2014 - Cinque edifici, più una sorta di hangar. Bisogna sforzarsi parecchio per immaginare che fino a qualche decennio fa l’area dell’aeroporto della Promessa era frequentata. Dove oggi ci sono arbusti, rovi e insetti, un tempo c’erano militari, aerei e mezzi di vario genere. L’aeroporto della Promessa, che prende il nome dal campo di decollo che è adiacente all’area militare, è al confine fra Lonate Pozzolo e Castano Primo. Fra due province dunque, quella di Varese e quella di Milano. E a un tiro di schioppo dall’aeroporto di Malpensa. Eppure in pochi conoscono la sua esistenza. Bisogna attraversare una fitta boscaglia per arrivarci. E scoprire che quello che era un tempo considerato un’avanguardia della tecnologia, tanto da sollevare l’ammirazione di D’Annunzio in una visita risalente al 1926, oggi è lasciato alla mercè di chiunque. Anzi, il degrado è a ormai a un livello tale che neppure i vandali frequentano più la zona.
Sembrano essere rimasti soltanto i topi gli unici frequentatori assidui dell’area, insieme ai giocatori di paintball. Dove un tempo vivevano i militari, oggi c’è chi gioca alla guerra. Piombini a terra e inequivocabili macchie di colore rosso e blu alle pareti: i segni del passaggio delle squadre di paintball nell’unico edificio che può ancora accogliere qualcuno sono evidenti. Dei cinque stabili che compongono il complesso attuale, nessuno è del tutto integro. Il primo che si incontra, introducendosi nella boscaglia, ha ancora intatte le scale, ma le pareti mancano del tutto e non c’è ‘pavimento’ che non rechi qualche voragine. Sulle colonne, però, non mancano i graffiti di qualche studente: la data è del 1997, cinque anni dopo la totale e definitiva dismissione dell’area. Proseguendo fra i rovi si trovano dei resti di quella che un tempo doveva essere la lana di roccia che isolava gli impianti all’interno del caseggiato antistante: i serramenti divelti aprono squarci su locali ormai fantasma. Proseguendo ecco la location dei ‘giochi di guerra’: fra i pallini del paintball si trovano anche escrementi di topo.
Nella zona più vicina al Campo della Promessa, poi, sono rimasti altri due edifici, fra cui quella che doveva essere una casa di rappresentanza, e una sorta di hangar. Tutto abbandonato, ormai avvolto dalla vegetazione. E chissà se il Governo italiano ricorda di essere proprietario di un’area del genere, dove dall’inizio del 1900 fino agli anni Ottanta si sono svolte le attività più svariate: dall’addestramento dei militari al decollo di piccoli aerei, passando per diverse esercitazioni di vario genere. L’intera area è infatti ancora di proprietà del ministero della Difesa.