Rapina al Beer Banti di Canegrate: "Trascinato come un sacco di rifiuti"

Accoltellato e malmenato: arancia meccanica al Beer-Banti. La testimonianza choc della vittima, Giuseppe Cozzi. Ora è caccia a ogni indizio: uno dei tre soci ha passato la giornata dai carabinieri di CHRISTIAN SORMANI

Rapina con accoltellamento al Beer Banti

Rapina con accoltellamento al Beer Banti

Canegrate, 3 gennaio 2015 -«Accoltellato subito e poi trascinato come un sacco della spazzatura su e giù per il locale...». Roberto Gallo, uno dei soci del Beer-Banti, è tornato al capezzale dell’amico che è ricoverato in gravi condizioni al nosocomio legnanese. Roberto insieme alla famiglia si era concesso qualche giorno di vacanza in montagna. «Sono tornato di corsa dopo che mi hanno avvertito di quanto era successo ed in un primo momento ho pensato addirittura ad uno scherzo di cattivo gusto. È impensabile che delle persone possano aver agito con una violenza del genere verso un essere umano. Sono delle bestie, con tutto il rispetto per gli animali che queste cose non le fanno».

Giuseppe Cozzi è stato aggredito mentre stava uscendo dal locale. Gli sono saltati al collo in tre, tutti rapinatori dell’est Europa. Il tempo di essergli addosso che qualcuno lo aveva già accoltellato al fianco destro. «Una scena del più violento dei film. Prima lo hanno colpito con un fendente al fianco, poi lo hanno trascinato sopra le scale, incuranti che perdesse sangue ovunque, per farsi dire il codice della cassaforte e farsi consegnare l’incasso. Non siamo degli eroi, nessuno di noi lo è. Sarebbe bastato chiedere i soldi e Giuseppe non avrebbe opposto alcuna resistenza. Invece lo hanno massacrato». La banda gli ha poi rubato il cellulare ed una carta di credito, lasciandolo agonizzante per terra per più di un’ora. «Deve ringraziare sua moglie se oggi siamo all’ospedale e non ad un funerale. Lo ha continuato a chiamare preoccupata perchè non rientrava. Poi non avendo avuto risposta ha chiamato Mario, l’altro socio ed entrambi si sono dati appuntamento al locale».

La donna arriva in via Mulino Galletto e vede fuori dalla birreria l’auto del marito parcheggiata. Il locale è chiuso e capisce che qualcosa di grave possa essere accaduto. Giuseppe, allo stremo delle forze, riesce comunque a trascinarsi verso l’entrata ed aprire alla moglie. La scena è agghiacciante: sangue ovunque e l’uomo che sta ormai agonizzando. Sul posto arrivato i carabinieri che riescono a far arrivare in pochi minuti i soccorsi, con l’ambulanza che porta la vittima dell’aggressione in sala di rianimazione.