
Pacchi alimentari
Legnano (Milano), 16 aprile 2020 - «Una decisione senza senso che discrimina i commercianti locali». Così Confcommercio Abbiategrasso ha definito la scelta di assegnare la distribuzione dei beni di prima necessità – quindi parliamo soprattutto di cibo – ad un unico fornitore, peraltro non di Abbiategrasso. Per un affare che complessivamente arriva a toccare le 173mila euro.
In questi giorni sono state oltre cinquecento le famiglie fragili della città che hanno chiesto di poter usufruire del fondo di solidarietà alimentare stanziato durante l’emergenza e il Comune ha già cominciato ad attingere a questi soldi per consegnare la spesa ai cittadini che ne hanno fatto richiesta tramite i servizi sociali. «Capisco che in una situazione di emergenza era necessario intervenire in fretta – ha attaccato il segretario di Confcommercio Abbiategrasso, Brunella Agnelli – ma trovo inaccettabile la decisione di non coinvolgere i commercianti locali. Inoltre mi pare poco etico destinare così tanti soldi a un unico fornitore. Altre amministrazioni si sono comportate diversamente invece qui è mancato lo spirito di comunità e non è stata dimostrata nessuna fiducia nelle attività produttive. Eppure tanti negozianti abbiatensi si erano già organizzati per la consegna a domicilio; sono certa che in qualche modo avrebbero perfino contribuito di tasca propria per aiutare i cittadini, generando un circolo virtuoso». In questi giorni, comunque, Confcommercio e Comune si sono parlati ed era anche emersa la possibilità di destinare il 50 per cento della cifra totale al fornitore esterno e l’altro 50 per cento ad eventuali commercianti locali che si fossero proposti.
Ma si tratta solo di un’idea: l’Amministrazione, fino ad ora, non ha stabilito percentuali; anzi, la distribuzione dei pacchi alimentari è già stata avviata attraverso il fornitore unico e l’impressione – sentito il sindaco Cesare Nai - è che si dovrà attendere un nuovo stanziamento prima di tentare soluzioni alternative, magari coinvolgendo i commercianti. «Gli uffici hanno vagliato varie possibilità ma dovevamo agire in fretta, tenendo le persone a casa e alleggerendo il più possibile il lavoro amministrativo del Comune – ha invece ribattuto l’assessore alle Politiche Sociali, Rosella Petrali -, per questo la decisione è caduta sul fornitore unico. Non potendo distribuire i contributi in denaro sarebbe servita una piattaforma per gestire tutta la rendicontazione e non era semplice dal punto di vista tecnico. In ogni caso da parte nostra non c’è nessuna preclusione verso i commercianti, anzi esploriamo anche altre possibilità e non escludo il loro coinvolgimento».