Osnago, la crisi Voss approda al Ministero

Il caso dell’azienda finisce sul tavolo del sottosegretario allo Sviluppo economico, Elena Todde

Crisi Voss

Crisi Voss

Osnago (Lecco), 10 gennaio 2021 - È diventata un affare di Stato la crisi della Voss di Osnago con l’annuncio della serrata della fabbrica e il licenziamento di tutti i 70 dipendenti. Il sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico Alessandra Todde ha comunicato che si occuperà personalmente della questione che riguarda la volontà degli imprenditori del gruppo tedesco di smantellare la torneria per attrezzature idrauliche fondata nel 1954 che hanno acquisito solo nel 2016 per trasferire macchinari, produzione e anche i clienti o direttamente in casa madre o in Polonia, condannando alla disoccupazione gli operai e gli impiegati della storica attività.

Ad annunciarlo è il deputato dem brianzolo Gian Mario Fragomeli, componente di spicco della VI Commissione Finanza di Montecitorio, che ha interpellato direttamente il braccio destro del ministro Stefano Patuanelli che si occupa di vertenze aziendali di rilievo nazionale. "Le ho palesato la situazione e lei mi ha assicurato che incontrerà sia i rappresentanti sindacali dei lavoratori, sia i manager della società", conferma l’onorevole. "Le ho chiesto di intervenire il più in fretta possibile", prosegue il parlamentare. Tute blu e amministrativi del resto da ormai quattro settimane stanno presidiando a oltranza i cancelli dell’azienda per evitare che venga svuotata: hanno mantenuto il picchetto anche la Vigilia, a Natale, Santo Stefano, l’ultimo e il primo dell’anno e all’Epifania senza abbandonare le postazioni un solo secondo, la stanchezza e la frustrazione cominciano però a pesare e le ultime giornate si stanno rivelando particolarmente fredde e difficile da affrontare.

«I primi incontri potrebbero svolgersi già nelle prossime ore – auspica Fragomeli –. Per cominciare prima saranno convocati e sentiti i delegati sindacali e immediatamente dopo i dirigenti della società in due momenti distinti nel tentativo di avviare poi un unico confronto tutti insieme". Al momento, nonostante le pressioni da parte dei massimi rappresentanti istituzionali del territorio, dai consiglieri regionali al presidente della Provincia fino al sindaco, ma anche dei vertici nazionali di Cisl e Cgil che più volte hanno partecipato al picchetto, l’amministratore delegato italiano dello stabilimento e i suoi consulenti hanno cassato qualsiasi ipotesi di cessione o passaggio di consegne del polo di via Stoppani che potrebbero garantire invece continuità aziendale e soprattutto occupazionale.