Voss, dopo 22 giorni si presentano i delegati

I manager chiedono ancora di trasferire i macchinari ma almeno ora partecipano al tavolo delle trattative

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L’assedio a oltranza dei lavoratori della Voss sta cominciando a sortire gli effetti desiderati, una breccia si è aperta nel muro di preclusione a qualsiasi confronto eretto dai dirigenti dello stabilimento di Osnago. Ieri pomeriggio, dopo 22 giorni di picchetto 24 ore su 24, Natale, Santo Stefano, ultimo e primo dell’anno compresi, ai cancelli della torneria che i proprietari tedeschi vogliono smantellare e chiudere licenziando i 70 operai e impiegati, i delegati degli imprenditori bavaresi si sono presentati per la prima volta al tavolo delle trattative convocato in Provincia e hanno accettato di avviare un confronto.

"La presenza al tavolo è positiva anche se è il frutto di grandi pressioni", spiega Eliana Dell’Acqua, della Fim Cisl Monza Brianza Lecco. Si tratta solo di uno spiraglio: i manager dell’attività produttiva fondata nel 1954 e passata di mano nel 2016 sono infatti tornati a chiedere di trasferire in Polonia i macchinari. La risposta è stata ovviamente negativa. "Non possiamo accettare che si parli di smantellamento dello stabilimento e di licenziamento dei lavoratori e delle lavoratrici – conferma la sindacalista –. Noi siamo all’opera per salvare i posti di lavoro, lo stabilimento deve rimanere dov’è e non deve essere in alcun modo svuotato di macchinari e materiali. Vogliamo semmai che siano messe in campo tutte le opportunità che permettano un futuro occupazionale, compresa una possibile reindustrializzazione dell’area".

Per domani è convocato un nuovo incontro in municipio a Osnago per discutere sull’applicazione della cassa-Covid. Nell’attesa il presidio prosegue. "Vogliamo ringraziare i lavoratori e le lavoratrici per la tenacia e tutti coloro che ci hanno mostrato solidarietà – conclude Eliana Dell’Acqua –, ma la vertenza continua".

D.D.S.