Lecco e Como, riesplode la cassa integrazione

La richiesta è aumentata del 42%, addirittura fino all’88,5% rispetto allo stesso periodo del 2018. Si tratta dati in controtendenza rispetto alla media lombarda

Settore tessile

Settore tessile

Lecco, 26 maggio 2019 - Esplosione del ricorso alla cassa integrazione da parte degli imprenditori lariani. In provincia di Lecco, nei primi quattro mesi di quest’anno, la richiesta di ore di cassa integrazione è aumentata del 42%, in quella di Como addirittura dell’88,5% rispetto allo stesso periodo del 2018. Si tratta dati in controtendenza rispetto alla media lombarda del -11%, ma anche al 12% nazionale. Crollano solo le ore di cassa in deroga, semplicemente perché non possono essere più richieste per effetto della cancellazione di tale ammortizzatore sociale che continua a persistere solo fino all’esaurimento dei residui passati. La cassa ordinaria invece ha subito un’impennata del 157% a Lecco e del 20% a Como, mentre la cassa straordinaria a Lecco è in calo del 59,% e a Como è letteralmente deflagrata con il 238% in più di ore richieste.

A pesare sulla crescita della richiesta di ore di cassa integrazione nel primo quadrimestre 2019 a Como è soprattutto il settore tessile con 725.479 ore di cassa integrazione totale, il 20,1% in più rispetto allo stesso periodo del 2018, ma è anche il settore della metallurgica e della metalmeccanica a farsi sentire con 432.242 ore, il 1080% in più rispetto al primo quadrimestre dello scorso anno. Di contro in provincia di Lecco è il settore metalmeccanico ad incidere sulla richiesta di cassa integrazione, con 278.539 ore e un aumento del 101% di richiesta di cassa integrazione totale. Analizzando le cifre della cassa integrazione nei singoli settori produttivi si registra una crescita della richiesta delle ore di cassa integrazione nel settore industriale in entrambe province, mentre nel settore del commercio aumenta solo in quella di Como.

I lavoratori dipendenti in cassa nel Lecchese tra gennaio e aprile sono stati 596, 177 in più del 2018, nel Comasco 2.739, cioè 1.286 in più. «Emerge una situazione di forte preoccupazione e incertezza dello stato dell’economia nei nostri territori, dettata innanzitutto da una domanda interna che non decolla e a seguire dalle fluttuazioni dei mercati internazionali», commenta allarmato Salvatore Monteduro, segretario generale della Uil del Lario.