
Patti digitali, tra genitori e figli, insegnanti, educatori e studenti, per usare e anche non usare smartphone e tablet....
Patti digitali, tra genitori e figli, insegnanti, educatori e studenti, per usare e anche non usare smartphone e tablet. A proporre i patti digitali sono il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni e l’assessore a Giovani e Famiglia, Alessandra Durante, affiancati da Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva tra i maggiori esperti in Italia. "Quante volte ci siamo chiesti se gli smartphone facciano bene o male alla crescita dei nostri figli – spiega il sindaco -. Da una parte è innegabile la quantità d’informazioni utili all’apprendimento che l’accesso alla rete può dare, dall’altra non mancano motivi veri di preoccupazione: talvolta i bimbi vengono “parcheggiati” di fronte a uno schermo dai poteri anestetici, influenzando il grado di relazione con gli altri; poi su su fino all’età della preadolescenza, quando iniziano a frequentare spazi virtuali non sempre sani o sicuri perché popolati da persone o contenuti inadeguati se non addirittura pericolosi. In taluni casi si crea vera e propria dipendenza".
Da qui la proposta dei patti digitali appunto per una medesima linea di comportamento per la maggior tutela ragazzi di fronte all’uso dei dispositivi digitali. Ma cosa sono in concreto? "Si tratta di cinque buoni codici di comportamento, suddivisi per fasce d’età, con linee guida pratiche per genitori ed educatori per promuovere un uso della tecnologia responsabile e consapevole, tenendo conto dello sviluppo psicologico dei ragazzi", risponde il sindaco. E poi c’è un contratto tra genitori e figli, sui tempi di utilizzo dei telefonini, controlli, filtri, password, contenuti.
D.D.S.