Un viaggio di 2.500 km col pancione per far nascere Egor: Alina è di nuovo mamma

La giovane ucraina è scappata dalla guerra. L'ha accolta una coppia di Cernusco Lombardone

Mamma Alina con in braccio il piccolo Egor

Mamma Alina con in braccio il piccolo Egor

Merate (Lecco), 29 marzo 2022 – Mamma Alina ha affrontato un viaggio di tre giorno e quasi 2.500 chilometri e ha attraversato l'Europa con il pancione di nove mesi di gravidanza per far nascere Egor al sicuro, lontano dalla guerra in Ucraina. Quando l'auto sui cui viaggiavano insieme al fratellone Sergej di 8 anni è rimasta a secco e si è fermata, mamma Alina Davydovych ha proseguito la fuga a piedi, con Egor nel pancione e Sergej stretto per mano. Egor per fortunata non ha avuto fretta di nascere e ha anzi aspettato una settimana in più oltre il termine, così mamma Alina è potuta arrivare con lui e il fratellino al sicuro in Italia, ospiti a Cernusco Lombardone di Gianpietro Scaccabarozzi e Franca Astuti che già l'avevano accolta quando lei era una ragazzina, tra il 1996 e il 2000, e scappava non dalle bombe dei russi ma dalla radioattività sprigionata dall'esplosione del reattore della centrale nucleare di Chernobyl. E' stato proprio il “papà italiano” Gianpietro a recuperare mamma Alina, il bimbo che ancora doveva nascere e il fratellone Sergej al confine polacco per portarli al sicuro in Brianza, dove ieri, alle 15.33 del 28 marzo, all'ospedale San Leopoldo Mandic di Merate, Egor è nato.

Lo hanno aiutato a nascere il primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia del San Leopoldo Mandic Gregorio Del Boca, la dottoressa Anna Biffi e le ostetriche Marinella Miselli e Betti Pirola. “Siamo riusciti ad attivare un’ottima relazione con Alina, nonostante non parli italiano né inglese – racconta Marinella -. E' stata molto collaborativa e ci è apparsa tranquilla, forse anche perché era al suo secondo parto. E' stata una nascita particolarmente emozionante per tutti noi. Come sempre stiamo facendo del nostro meglio per far sentire la mamma con il suo bambino a casa”. Tutto sta procedendo per il meglio e giovedì Alina e Egord verranno dimessi e potranno tornare nella loro seconda casa, quella di Cernusco Lombardone. Ci vorrà invece purtroppo più tempo per ritornare nella prima loro casa, a Chernihiv, nord est dell'Ucraina, vicino al confine con la Bielorussia, dove li sta aspettando il papà, che non ha potuto lasciare l'Ucraina. Loro invece sono riusciti a lasciare il Paese giusto in tempo, prima che il ponte che permetteva di raggiungere Kiev venisse distrutto dagli invasori.