
BRESCIA
Sei anni. È la condanna inflitta ieri dal tribunale a una 64enne di Sulzano, a processo per peculato e falso ai danni di un’anziana facoltosa della quale era amministratrice di sostegno. Stando all’accusa l’imputata avrebbe fatto sparire 78mila euro dal conto corrente di una ultraottantenne della quale per un periodo era stata tutrice.
La vicenda vede al centro una zia, proprietaria di una storica villa a Sulzano, sul lago d’Iseo, e quattro nipoti, tutte donne, che si sono fatte la guerra per l’eredità. La nonnina, che non aveva figli, morì nel 2017. I guai iniziarono quando due nipoti scoprirono da una lettera del Comune che la parente, ormai in fase di decadimento psicofisico, era stata affidata a loro insaputa a una amministratrice sgradita a una parte della famiglia. L’anziana del resto nell’ultimo periodo aveva bisogno di sostegno: nella lussuosa dimora ospitava decine di stranieri che le avevano distrutto l’abitazione e pagava per loro bollette stratosferiche. La contabilità della zia finì sotto la lente delle due nipoti, parti civili in aula con l’avvocato Giordana Frattini, che denunciarono la consulente finanziaria: tra il 2013 - quando fu nominata - al 2017 si sarebbe impossessata di 78mila euro, facendo prelievi a raffica, con picchi di 5mila euro al mese e 36mila e rotti in solo anno, nel 2016. Stando alle denuncianti le pezze giustificative di tali prelievi non sempre c’erano. E quando c’erano, erano per spese personali e alimentari. In aula l’imputata ha giustificato il drenaggio di risorse sostenendo di aver dovuto saldare debiti della signora. Di qui la richiesta di assoluzione della difesa, mentre il pm Antonio Bassolino aveva chiesto una condanna a sei anni. Condanna accordata ieri.
Beatrice Raspa