DANIELE DE SALVO
Cronaca

Tuffi proibiti nel lago di Como, l’ultima bravata dal ponte di Lecco: “È solo un’assurdità”

Gli operatori del soccorso acquatico mettono in guardia gli imprudenti. Molti si tuffano da altezze di 6, 10, 12 o anche 18 metri: “Estremamente pericoloso”

Tuffi proibiti nel lago. L’ultima bravata dal ponte di Lecco: "È solo un’assurdità"

Gli operatori del soccorso acquatico mettono in guardia gli imprudenti .

Il cuore che batte a mille e l’adrenalina che attraversa tutto il corpo, come una scarica elettrica mista alla vertigine mentre si sale in piedi sulla balaustra e si guarda di sotto. Durante la caduta nel vuoto, rigorosamente a occhi chiusi come fanno i bambini piccoli che distolgono lo sguardo di fronte a ciò che li spaventa, il respiro si ferma. Poi l’impatto con l’acqua, fredda come un cubetto di ghiaccio e dura come una lastra di cemento. Infine la risalita a galla, che sembra non finire mai, nonostante i polmoni reclamino una boccata di ossigeno.

Un turbinio di sensazioni si sprigiona durante i tuffi pericolosi nel lago di Como da strade, cavalcavia e ponti. I salti proibiti sono una sorta di rito di iniziazione tribale, uno sfoggio di coraggio da condividere sui social. Prima erano soprattutto dalla vecchia galleria dismessa del Moregallo, poi dalla Statale 36 e dalla Sp 72 ad Abbadia Lariana e Dervio, ora anche dal Ponte Nuovo di Lecco, dove l’Adda riprende il suo corso di fiume, come testimoniato da un video che mostra un turista saltare scomposto, mentre la compagna lo filma per consegnare alla rete un’impresa che in realtà è solo una grave imprudenza. A seconda dei posti, sono da 6, 10, 12, anche 18 metri di altezza: come saltare da un palazzo di sei pianti e atterrare al suolo a una velocità di oltre 30 chilometri orari.

“Sono tuffi assurdi”, avverte Alberto Guglielmo, 49 anni, da 30 uno degli Opsa, gli Operatori polivalenti del soccorso acquatico della Croce rossa lecchese, di cui è responsabile. “Sono molto pericolosi” insiste. Se non si sa come entrare in acqua, l’impatto con la superficie può essere molto violento. Inoltre il lago è molto freddo e lo sbalzo termico potrebbe innescare l’idrocuzione, un fenomeno le cui conseguenze possono essere pure l’arresto cardiaco, mentre il fondale è estremamente irregolare oltre che variabile e, a seconda del livello del lago, con spuntoni e rocce che affiorano contro cui ci si può sfracellare. Senza dimenticare la corrente, in alcuni punti molto forte. In caso di incidenti o problemi non è nemmeno semplice intervenire: molte zone litoranee risultano inaccessibili da terra, si può arrivare solo in barca oppure calandosi dall’alto da un elicottero con il verricello o attraverso funi da scalata.