
Il Fitz Roy la cima più alta
LECCO – Renato Casarotto era rimasto solo alle prese con il freddo e l’incertezza della via su quel pilastro enorme, senza nome, appoggiato al versante Nord del più celebre Fitz Roy, in Patagonia. Ai piedi della montagna come sempre c’era l’amata moglie Goretta che lo aspettava. Era il 1979 e lo scalatore vicentino, tra i più forti alpinisti internazionali degli anni Settanta e Ottanta, autore di superbe ascensioni, realizzò una delle più importanti scalate solitarie nella storia dell’alpinismo. Dopo alcuni tentativi il 19 gennaio del 1979 era sulla cima di quel pilone di granito.
“A mia moglie, che è stata infinitamente paziente e comprensiva, dedico la vetta del pilastro nord del Fitz Roy”. Casarotto trovò la morte nel 1986 a pochi passi dal campo base del K2, mentre rientrava dal suo ultimo tentativo su una nuova via, spintosi fino a trecento metri dalla vetta. 47 anni dopo la salita del pilastro, Matteo Della Bordella, dei Ragni di Lecco, il valtellinese Marco Majori e Tommaso Lamantia, varesino, sono già in Patagonia per tentare la prima salita invernale della via aperta da Casarotto.

“L’incognita più grossa credo che sia rappresentata proprio dal freddo – racconta Matteo Della Bordella, che aveva già salito il pilastro Goretta nel 2023 con Leo Gheza durante una lunga traversata in cresta del massiccio del Fitz Roy –. Dopo essere stato per 14 volte in Patagonia d’estate è arrivato il momento di provare un tipo di alpinismo per me abbastanza nuovo, come le salite invernali. Il motivo è proprio la mia curiosità di vedere un posto del genere in una veste completamente diversa. Conosco bene la via, visto che l’ho già salita, ma chiaramente condizioni e temperature cambieranno molto. Dicono che faccia molto più freddo rispetto alle Alpi. Presto vedremo com’è. Credo che non ci siano mai stati tentativi sul pilastro Goretta in inverno, per cui non resta che vedere”.
Per Marco Majori c’è anche un legame personale, visto che suo padre è stato uno dei compagni di cordata di Renato Casarotto: così questa linea è diventata la scelta naturale. Il progetto gode del patrocinio del Club Alpino Italiano e del supporto dei Ragni di Lecco.