Tuffi al Moregallo, sfida al pericolo

Dopo l’ennesima tragedia, il sindaco Fasoli avverte: "Chi non è del posto non sa a cosa va incontro"

La pilotina dei Vigili del Fuoco con i sommozzatori nella zona del Moregallo

La pilotina dei Vigili del Fuoco con i sommozzatori nella zona del Moregallo

Mandello del Lario (Lecco), 27 luglio 2020 - Il conto alla rovescia per trovare il coraggio, la breve rincorsa per darsi lo slancio il più lontano possibile dalla parete di roccia e dagli scogli e poi via, il salto nel vuoto da 10, 13, anche 20 metri di altezza a seconda del punto prescelto come trampolino improvvisato da cui buttarsi nel lago. È come precipitare da un palazzo, si raggiunge una velocità fino a 70 chilometri orari: basta un errore nell’assetto e l’acqua si trasforma in una lastra dura come l’asfalto, oppure si sprofonda troppo e si rimane senza fiato a sufficienza per tornare a respirare in superficie o si impatta contro il fondale senza possibilità di scampo.

L’ultima vittima dei tuffi proibiti è Jean Carlo Falconi Zambrano, ecuadoregno di 26 anni che abitava a Pilotello, morto annegato nel tardo pomeriggio di sabato dopo essere saltato dalla galleria o dal ponte del Moregallo, sulla sponda occidentale del Lario di Mandello. I sommozzatori dei vigili del fuoco hanno impiegato ore per ritrovare il suo cadavere inabissato a 18 metri di profondità e ripescarlo per restituire ai familiari e agli amici almeno una salma su cui piangere. Come tanti ha scavalcato i cancelli che bloccano l’accesso al vecchio tunnel dismesso della Lariana e ignorato i cartelli di divieto e pericolo per partecipare anche lui al gioco pericoloso, che per molti, quando si è in gruppo, assume il significato di una prova di coraggio o di una sorta di rito di iniziazione.

«Stiamo ultimando gli accertamenti per chiarire l’esatta dinamica dell’incidente – confermano dal comando provinciale del carabinieri -, ma dalle testimonianze sembra proprio che si sia tuffato in acqua da un’area interdetta". Youtube, i social e la rete in generale sono pieni di video pure recenti, girati con GoPro, bodycam, perfino droni oltre che con gli smartphone, che mostrano i voli vietati dai finestroni e dalle pareti della galleria del Moregallo e trasudano adrenalina mista a incoscienza. "Quella è una zona off-limits, lì non si può entrare e da lì non ci si può tuffare, anche perché il tratto di lago sottostante è riservato alla navigazione – ribadisce ancora una volta il sindaco di Mandello Riccardo Fasoli, che per risolvere il problema una volta per tutte è alla ricerca disperata di un acquirente che compri la galleria -. Non sappiamo più come spiegarlo né come intervenire". "Tutti noi che viviamo sul lago da ragazzi probabilmente ci siamo tuffati da lì. Ma siamo del posto, lo conosciamo bene e conosciamo bene i pericoli nascosti". «Chi arriva da altre parti, spesso da fuori provincia, invece in molti casi non ha nemmeno mai fatto prima il bagno nel lago eppure sfida ugualmente la sorte buttandosi in un punto molto pericoloso".

Ma quest’estate tutto il lago sembra diventato estremamente pericoloso. Ieri pomeriggio nel tratto davanti a Dervio due kitesurfer di 53 e 55 anni si sono schiantate contro una barca. Sempre l’altro giorno alla Riva Bianca di Lierna il 23enne Patrizio Antonio Catena di Pozzo d’Adda è affogato per aiutare un amico in difficoltà: "Non andare per favore", gli aveva chiesto sommessamente la madre prima che partisse perché aveva sognato che sarebbe annegato. Mercoledì invece a sparire inghiottito dai flutti al largo di Onno di Oliveto era stato Florin Iancu, romeno di 26 anni, la stessa età del sudamericano, tuffatosi da una barca e mai più riemerso, senza che il suo corpo sia stato ancora trovato. Per fortuna invece migliorano le condizioni dell’adolescente di Lecco tuffatosi nel torrente Caldone.