
Tifosi del Lecco contro il Comune per le restrizioni
Questa volta le polemiche attorno al derby del Lario sono cominciate prima ancora del calcio d’inizio, alimentate da un gruppo di tifosi del Lecco che ha inviato una lettera polemica al sindaco del capoluogo rivale, Alessandro Rapinese, per lamentarsi del ritardo nell’organizzazione dell’apparato di sicurezza che li costringerà a guardare la partita in tv. "Uno spettacolo tragicomico quello a cui abbiamo dovuto assistere in queste settimane - si lamentano i tifosi che si firmano “I Bravi“ - In due mesi non siete riusciti a organizzare un servizio d’ordine adeguato, riducendo a 500 biglietti un settore fatiscente, obsoleto. Una partecipazione dimezzata rispetto alla richiesta effettiva. Non certo una bella pubblicità, signor sindaco, per la sua città e le istituzioni che le rappresenta, trovare come unica soluzione di una possibile e probabile criticità adottare in modo consenziente uno strumento ambiguo e repressivo, com’è la fidelity card. Non siete stati adeguati e preparati all’organizzazione di tale evento o, addirittura, disinteressati nella gestione del medesimo, consapevoli che esisteva la scorciatoia più facile".
In realtà a catalogare il derby del Lario come una partita a rischio è stato, più che il sindaco di Como, l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive per la sicurezza che oltre a vincolare la vendita dei tagliandi per i residenti nella provincia di Lecco esclusivamente per il settore ospiti e solo se sottoscrittori del programma di fidelizzazione della società, ha imposto al Como un adeguato numero di steward e previsto il rafforzamento dei servizi, anche nelle attività di prefiltraggio e filtraggio per l’accesso allo stadio Sinigaglia.