"Tante persone lungo itinerari impegnativi"

Valerio Saronni, 36 anni, è ricoverato in prognosi riservata dopo essere precipitato dal Grignone. L'innevamento scarso e la formazione di ghiaccio rendono le condizioni pericolose in montagna. È necessaria competenza e attrezzatura adeguata.

"Tante persone lungo itinerari impegnativi"

"Tante persone lungo itinerari impegnativi"

Lotta contro la morte Valerio Saronni, il 36enne di Arcore che l’altro giorno è precipitato per un centinaio di metri dal Canalone Ovest del Grignone. È ricoverato in prognosi riservata in Neurorianimazione al San Gerardo di Monza. Era con un amico: lui dietro, davanti l’amico che non ha potuto nulla per trattenerlo. In quel punto il telefonino non prende, il rifugio Brioschi in vetta era chiuso e per allertare i soccorritori il compagno ha dovuto raggiungere un punto coperto dal segnale. "Sulle nostre montagne l’innevamento è molto scarso", avverte Tita Gianola (foto), 61 anni, che da quando ne ha 18 è volontario del Soccorso alpino tra le file della stazione di Valsassina e Valvarrone. È anche tecnico di elisoccorso, guida alpina e istruttore del Soccorso alpino. "È una condizione anomala in questo periodo – prosegue l’esperto, di quelli veri, non da social -. Sulla via di salita e sui canali più ripidi le rocce sono esposte, le temperature prima alte e poi basse favoriscono la formazione di verglas, uno strato di ghiaccio superficiale. Ci vogliono ramponi, non ramponcini. E occorre legarsi". Per legarsi in cordata occorre però essere capaci, gestire la sicurezza in maniera adeguata e conoscere come effettuare le progressioni alpinistiche, altrimenti il rischio, in caso di scivolata è quello di trascinare di sotto anche i compagni di risalita. "Se non si è in grado di procedere assicurati con la corda – avverte Tita -, allora è meglio lasciar perdere in partenza". "La situazione non è eccessivamente pericolosa – aggiunge Alessandro Spada, 50 anni, da 25 nel Soccorso alpino, che è anche capostazione del Soccorso alpino di Valsassina e Valvarrone -. Ci vuole però competenza, preparazione e equipaggiamento adeguato. Rispetto al passato molte più persone frequentano la montagna, anche in zone e lungo itinerari complessi dove prima non andava nessuno". Daniele De Salvo