DANIELE DE SALVO
Cronaca

Lecco, padre e figlio prigionieri della 36: "Due ore senza alcuna assistenza"

Sabato notte il ritorno da San Siro si è trasformato in un incubo quando sono rimasti intrappolati in galleria

La frana di massi di Abbadia ha bloccato la superstrada

Lecco - Un “terzo tempo “ da prigionieri in galleria per papà e figlio di ritorno dalla partita di esordio dei biancorossi in A. Samuele, che ha 14 anni, e suo papà Alberto Mangiarotti di 57, nella notte tra sabato e domenica sono rimasti intrappolati per due ore con altre centinaia di persone nel tunnel dell’Attraversamento di Lecco per i sassi e dei detriti che sono piovuti sulla Superstrada in carreggiata nord ad Abbadia Lariana. Stavano tornato a casa a Colico dopo aver assistito alla prima dei giocatori del Monza nella massima serie. "Ci siamo ritrovati come tutti gli altri fermi in galleria – racconta l’adolescente -. Abbiamo pensato ad un incidente". "Tutti noi automobilisti abbiamo accostato autonomamente verso i lati della galleria per formare e lasciare libera una sorta di corsia centrale – aggiunge il padre -. Ci aspettavamo da un momento all’altro di vedere i lampeggianti blu e di sentire le sirene dei soccorritori che sfrecciavano sui loro mezzi di emergenza...".

Invece non era un incidente. Hanno saputo di essere intrappolati sotto terra per una frana sulla Super poco più avanti da alcuni siti viabilità. "Il mio cellulare riusciva a prendere e sono riuscito ad consultare un’app sulla viabilità – prosegue Samuele -. Indicava di un camionista che avrebbe perso il carico. Successivamente alcuni ragazzi con il tam tam del passaparola ci hanno poi comunicato del crollo di alcuni massi". All’inizio la sensazione di claustrofobia è stata forte, tutti i guidatori in coda hanno però subito spento i motori delle loro macchine: "Non è stata certo una situazione molto piacevole, ma non si sentiva odore di gas di scarico e girava l’aria – assicura il ragazzo -. Siamo stati tutti tranquilli, evitando di innescare inutile panico. Per ingannare il tempo abbiamo pure giocato a pallavolo". C’è stato un poco di trambusto solo quando due bimbi piccoli sono scoppiati a piangere e i loro genitori hanno provato a raggiungere l’uscita della galleria.

«Hanno incrociato alcuni volontari della Protezione civile che li hanno aiutati – riferisce Alberto -. Quei volontari erano però lì per caso, come tutti noi. Durante il paio d’ore in cui siamo rimasti fermi nessuno ci ha avvisato di quello che stava capitando e non abbiamo ricevuto alcun tipo di assistenza, nemmeno con una bottiglia d’acqua".