DANIELE DE SALVO
Cronaca

Sparatoria sulla Superstrada 36, la gang e le armi da guerra: chi è il bandito ferito

Il brianzolo 48enne Michelangelo Barbàra era finito in prigione per una serie di assalti pesanti

Sparatoria sulla Superstrada 36, la gang e le armi da guerra: chi è il bandito ferito

Bellano (Lecco) – Armi. Tante armi. Più della 357 Magnum e della semiautomatica trovate a bordo del furgone rubato su sui scappava. E poi le rapine. Decine di rapine. Quasi un déjà vu o un passato mai passato per Michelangelo Barbàra, il brianzolo di 48 anni compiuti il maggio scorso, che l’altra mattina è stato ferito da un poliziotto che gli ha sparato contro per rispondere al fuoco. Nel 2017, nel box di casa sua a Bovisio Masciago, i carabinieri avevano trovato un vero e proprio arsenale: una Ak 47, cioè un Kalašnikov, un altro fucile d’assalto svizzero, semiautomatiche americane, serbe e russe con matricole abrase, munizioni, anche da guerra.

Michelangelo Barbàra, era finito in prigione, dopo essere stato catturato per una serie di colpi, insieme ad altri tre complici: colpi pesanti, con mitragliette Uzi, residuati bellici e bombe. Lui e gli altri tre erano chiamati la banda del Burgman, lo scooterone della Suzuki con cui solitamente scappavano. Michelangelo, una volta di nuovo a piede libero, potrebbe aver recuperato altre armi nascoste mai trovate ed essersi rimesso a compiere rapine, come quella tentata alla filiale del Credit Agricole del centro commerciale di Castione Andevenno, salvo poi andare a mani vuote e intraprendere una folle corsa sulla Statale 36, verso Lecco, dove è stato intercettato e dove ha premuto il grilletto contro i carabinieri e i poliziotti che lo inseguivano, che a loro volta hanno sparato per difendersi e lo hanno colpito. Un proiettile gli ha trapassato il fianco, il secondo si è conficcato nella gamba, ad altezza femore.

“Una situazione di gravissimo pericolo – racconta Valter Mazzetti, segretario generale di Fsp, una delle principali organizzazioni sindacali degli agenti della Polizia di Stato - Solo la grande professionalità degli operatori delle forze dell’ordine ha consentito di evitare che tutto finisse anche peggio”. Non è ancora chiaro se Michelangelo Barbàra fosse da solo, come sembra, o magari se in qualche modo possa essere coinvolto qualcun altro, come ai tempi della banda del Burgman.