REDAZIONE LECCO

Sparatoria sulla super 36: in quel tratto perse la vita l’agente Francesco Pischedda

Il precedente, nel 2017 inseguendo dei malviventi precipitò nel vuoto dal guard-rail

Francesco Pischedda perse la vita il 3 febbraio del 2017 inseguendo dei ladri nello stesso tratto di strada

Francesco Pischedda perse la vita il 3 febbraio del 2017 inseguendo dei ladri nello stesso tratto di strada

Colico (Lecco) – Per un tragico scherzo del destino la sparatoria che ieri mattina ha paralizzato la Ss36 si è verificata nello stesso punto in cui, la notte tra il 2 e il 3 febbraio del 2017, perse la vita l’agente scelto Francesco Pischedda, precipitato dal cavalcavia Curcio nel tentativo di arrestare un uomo che viaggiava, con altre due persone, su un furgone rubato. L’agente 28enne era in servizio alla Sottosezione della polizia stradale di Bellano, quella sera insieme ad alcuni colleghi durante un servizio di pattugliamento stradale, intercettò un mezzo rubato.

Si trattava di un furgone rubato a Gorgonzola, in provincia di Milano, sul quale viaggiavano Veaceslav Florea, all’epoca 30enne, Vadim Vulpe, 32 anni, e Igor Dima, 34 anni. L’inseguimento a tutto gas nonostante la fitta nebbia proseguì fino a Colico quando i tre malviventi bloccarono in furgone in mezzo alla strada e fuggirono a piedi. Pischedda non esitò a scendere dall’auto e a lanciarsi al loro inseguimento. Fu proprio in quegli istanti così concitati che l’agente, tentativo raggiungere i ladri sul terrapieno tra i due guard-rail, precipitò nello strapiombo sottostante perdendo la vita.

Per il suo sacrificio l’agente Pischedda, che era diventato padre da pochissimo tempo, fu insignito con la Medaglia d’oro al valor civile dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Successivamente Colico gli ha intitolato il lungolago e la stessa cosa ha fatto il comune di Bosa in provincia di Oristano, paese natale dall’agente, con il lungomare. Anche la giustizia ha fatto il suo corso, ma probabilmente non nella maniera in cui i colleghi e i famigliari si sarebbero augurati. Nel marzo del 2023 è stato condannato a quattro anni di reclusione Veaceslav Florea, uno dei tre ladri in fuga, ma non per la morte di Francesco Pischedda bensì per il cumulo di altre condanne per i reati di ricettazione e di resistenza a pubblico ufficiale.

Il processo si è svolto in contumacia perché di lui si sono definitivamente perse le tracce nel 2019, quando fu scarcerato in Austria e sparì praticamente nel nulla. Nei suoi confronti pendeva un mandato di cattura internazionale per furti e rapine varie. Veaceslav Florea rimase gravemente ferito dopo il salto dal cavalcavia insieme all’agente Pischedda, rimane un mese in coma all’ospedale Manzoni di Lecco dove venne piantonato, poi fu trasferito in Austria perché nei suoi confronti pendeva un mandato di cattura internazionale. I suoi due complici, Vadim Vulpo e Igor Dima, che quella notte erano con lui in viaggio sul furgone rubato, sparirono anche prima e infatti per loro il processo non è ancora stato celebrato.