La mattanza e la fuga in moto: non si trova il killer di Olginate

Stefano Valsecchi è arrivato in auto sul luogo dell’omicidio ma è scappato in sella a una due ruote. Gli investigatori sono certi: "Un delitto premeditato". Attorno a lui si sta facendo terra bruciata

investigatori dell'Arma al lavoro

investigatori dell'Arma al lavoro

Olginate (Lecco), 15 settembre 2020 - Il killer non si trova. È ancora in fuga Stefano Valsecchi, il 48enne di Calolziocorte che nel primissimo pomeriggio di domenica ha trasformato Olginate in un Far west, facendo fuoco in strada e in pieno giorno contro Salvatore De Fazio, frontaliere di 47 anni che abita in paese morto ancor prima di essere trasferito in ospedale. Nella sparatoria è rimasto gravemente ferito anche il fratello Alfredo, 50 anni, ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione al Circolo di Varese. L’assassino, o presunto tale in attesa che sia stanato o si costituisca, è noto per il suo temperamento violento e per i suoi precedenti penali per furti e una rapina, nessuno però immaginava si sarebbe spinto a tanto. Invece l’altro giorno ha premuto il grilletto di una pistola di piccolo calibro recuperata non si sa da chi né dove per lavare col sangue l’onta subita la notte precedente dal figlio 25enne Michele, picchiato dai figli della sua vittima che sono grossomodo coetanei.

I due bersagli gli avevano accordato un appuntamento proprio per provare a risolvere la situazione dei loro ragazzi: "Dai, vediamoci dopo pranzo vicino al ristorante “La Locanda“ che devo assaggiare il menù per la cresima della mia figlia più piccola di 13 anni", gli aveva confermato l’incontro Salvatore senza sospettare minimamente che lui e il fratello, che non hanno mai avuto problemi con nessuno, sarebbero finiti in un’imboscataL’omicida , arrivato con la sua Panda 4X4, avrebbe premuto subito il grilletto mirando dritto alla testa del padre di chi aveva aggredito suo figlio e poi del loro zio, scampato all’agguato solo perché il proiettile che lo ha raggiunto gli ha trapassato la mandibola fuoriuscendo dalla bocca senza ledere organi vitali. Dopo aver esploso i colpi il killer si è dileguato in sella ad una moto, un indizio che, insieme alla sua latitanza nonostante la terra bruciata che gli investigatori gli hanno creato attorno, lascia presupporre che abbia pianificato tutto. Sebbene la dinamica appaia abbastanza chiara, in attesa dell’autopsia sulla vittima prevista domani che potrebbe fornire altri elementi, i carabinieri oltre a continuare a dare la caccia al killer stanno provando a delineare il contesto in cui è maturata la faida che ha lasciato a terra un padre di famiglia esemplare secondo chi lo conosceva, tre figli orfani e sola una vedova.